Amano, Israele dietro la sua morte?
Diversi analisti politici hanno ipotizzato che il defunto capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) Yukiya Amano sia stato assassinato da Israele in collaborazione con gli Stati Uniti, per non aver ceduto alle pressioni per sollevare nuove false accuse contro il programma nucleare iraniano.
Si ritiene che Amano sia stato “eliminato” dal regime israeliano in modo che l’agenzia nucleare delle Nazioni Unite possa avere un nuovo capo. Il segretario generale giapponese dell’Aiea era vittima di forte pressioni da parte degli Stati Uniti e degli israeliani “per aprire un falso caso contro l’Iran sulla questione nucleare”.
Esistono prove del fatto che l’amministrazione Trump e il regime israeliano hanno costantemente esercitato pressioni su Amano affinché accusasse l’Iran di aver violato l’accordo nucleare del 2015, noto come Jcpoa (Joint Comprehensive Plan of Action), contrariamente a tutti i rapporti tecnici e legali dell’Aiea che hanno confermato l’adesione dell’Iran al Jcpoa.
Da evidenziare che gli Stati Uniti e Israele hanno tenuto nascosta la notizia della morte di Amano per un paio di giorni.
Amano, il diplomatico giapponese che ha guidato l’agenzia nucleare delle Nazioni Unite per un decennio, è deceduto il 18 luglio scorso. Secondo i rapporti la sua famiglia aveva informato l’Aiea solo nella serata di domenica, “con la specifica richiesta di non divulgarlo fino a quando il funerale di famiglia non avesse avuto luogo il 22 luglio in un’atmosfera tranquilla”.
Ci si aspettava che annunciasse la sua decisione di dimettersi a causa di una malattia che lo aveva visibilmente indebolito nell’ultimo anno. Il suo terzo mandato sarebbe scaduto nel novembre 2021.
di Giovanni Sorbello