Aleppo: il muro di silenzio sulla cattura di agenti Nato
Aleppo è improvvisamente uscita dai radar dei media, offuscata dall’attentato di Berlino. Non crediamo al caso e, d’altronde, quella strage permette al circo mediatico di spostare l’attenzione dell’opinione pubblica da fatti che smascherano definitivamente l’ignobile finzione di un Occidente che va a braccetto coi terroristi che solo a parole ha detto di combattere.
I media occidentali, e soprattutto europei, hanno innalzato un muro di silenzio sulla cattura di numerosi ufficiali della Nato e dei Servizi di Intelligence ad Aleppo Est. Su segnalazione dei centri di spionaggio elettronico russo, e grazie a dati accurati raccolti sul campo, i siriani e i loro alleati hanno scoperto una sala operativa ricavata in uno scantinato in via Al-Shorad, nel Suq al-Luz, ad Aleppo Est. All’interno, sarebbero stati catturati militari di nazionalità statunitense, inglese, francese, tedesca, israeliana, turca, saudita, marocchina e qatariota; l’intera rappresentanza delle Potenze che hanno fatto di tutto per smembrare la Siria.
Dopo tante indiscrezioni più o meno ufficiali, è stato l’Ambasciatore siriano alle Nazioni Unite Bashar Al Ja’afari a sollevare formalmente la questione dinanzi al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, riunito per l’emergenza umanitaria di Aleppo. Il diplomatico ha dichiarato che c’erano 12 ufficiali stranieri insieme ad i “ribelli”, tutti appartenenti alla sedicente Coalizione Internazionale a guida Usa e, più precisamente: 6 sauditi, 1 statunitense, 1 israeliano, 1 turco, 1 marocchino e 1 giordano.
L’elenco sembrerebbe largamente ridotto, ma con ogni probabilità si tratta della gente meno “interessante”, un campione da gettare al pubblico, lasciando i pezzi più pregiati a trattative riservate.
Adesso tutta questa gente è detenuta, mentre febbrili trattative sono in corso perché venga rilasciata con “discrezione”. La Turchia, in virtù del suo recente riavvicinamento a Mosca, ha già chiesto la loro salvezza in modo da non imbarazzare i loro Paesi.
Alcuni nomi sono già stati fatti filtrare (probabilmente per aumentare la pressione nelle trattative e accrescere il prezzo di uno scambio) come quello del capitano David Scott Weiner delle Special Forces Usa, o del tenente David Shlomo Aram dei reparti israeliani, ma sono in tanti i catturati ad Aleppo la cui identità è già stata resa nota dalle autorità siriane. La notizia della cattura è stata già data da media russi, iraniani, libanesi e persino argentini, ma puntigliosamente ignorata da quelli europei e nordamericani.
È ovvio che quegli uomini siano ora al centro di una trattativa, e Russi, Iraniani, Siriani ed Hezbollah (che per inciso ne avevano già catturati diversi nelle loro operazioni in Siria) ne faranno un prezioso oggetto di scambio nei negoziati.
Quegli uomini avevano compiti di comando e coordinamento delle bande di Al-Nusra e degli altri takfiri loro alleati, ovvero di Al-Qaeda, quel terrorismo che un Occidente bugiardo finge di combattere da anni, e che a tutt’oggi la stessa Nato blatera di contrastare in Afghanistan per giustificare la sua presenza in quel Paese.
Il centro di comando scoperto ad Aleppo Est, dirigeva le operazioni dei terroristi e coordinava le varie bande, tenendosi in stretto contatto con la base Nato di Smirne in Turchia, grazie a sofisticate apparecchiature in grado anche di intercettare le comunicazioni e individuare i bersagli da colpire.
In fondo, questa di Aleppo, unita alle infinite prove di aiuti concreti dati ai takfiri (armi d’ogni tipo, rifornimenti, perfino droni di fabbricazione Usa), non è null’altro che l’ennesima conferma della continua e stretta collaborazione fra le Potenze occidentali e i gruppi terroristici usati con assoluto cinismo per tentare di rovesciare Governi sgraditi. Una politica che per Washington è una costante e che vede l’aggressione alla Siria la prosecuzione di quelle in Iraq, Libia, Afghanistan e prima ancora in Serbia.
Per ora, Russia ed Asse della Resistenza non hanno alzato troppo la voce sul ruolo svolto ad Aleppo, e più in generale nel conflitto siriano, dalla Nato, ovvero dallo strumento militare attraverso cui Washington si muove con i suoi alleati/sudditi. Con tutta probabilità, anche se quegli uomini sono passibili di essere passati per le armi come spie e agenti nemici in area di guerra, non li vedremo al banco degli imputati, né sfilare dinanzi a cineprese.
Dopo aver dato la notizia, meglio, parte della notizia, perché i catturati sarebbero nei fatti assai di più, è adesso interesse dell’Asse della Resistenza (e della Russia) usarli per aggravare il peso della sconfitta di Aleppo, già rovinoso per Occidente e Golfo, facendo pagare alla Nato ed ai suoi complici un prezzo altissimo per quella gente.
di Salvo Ardizzone