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Italia: da destra a sinistra continuano sprechi e ruberie nella Roma Capitale

di Salvo Ardizzone

Nell’ottobre del 2013, la Ragioneria Generale dello Stato ha avviato una verifica amministrativa–contabile sui conti del Comune di Roma; la relazione conclusiva è stata depositata qualche mese fa, destinata agli occhi di pochi fra Ministero dell’Economia e Giunta. Sono oltre 300 pagine durissime da cui si evince che lo Stato (ovvero tutti i contribuenti), fra il 2009 e il 2013, ha pompato in quel buco nero circa 4,1 Mld; a fronte di questo trattamento unico fra le centinaia di altri comuni italiani in dissesto, nella relazione si legge che: “L’esame dei bilanci dimostra che l’Ente, malgrado le difficoltà finanziarie, abbia continuato ad aumentare la spesa corrente, evitando ogni decisione che potesse adeguare i costi alle reali disponibilità del bilancio” e continua col dire che: “Roma Capitale ha fatto totale affidamento sull’intervento statale, senza compiere alcuno sforzo per riequilibrare i conti, nemmeno quando si trattava di far cessare comportamenti illegittimi”.

Anzi, con il Comune in default, fra il 2009 e il 2012 (la non rimpianta amministrazione Alemanno) la spesa corrente è cresciuta da 4,1 a 5,1 Mld; eppure, per legge, ogni Comune in dissesto dovrebbe tagliare fra il 10 e il 25% della spesa, ma con la scusa che si trattava della Capitale ciò non è avvenuto, evitando quei risparmi possibili, stimati dalla Ragioneria in oltre 400 milioni all’anno.

L’Amministrazione del Campidoglio e le sue partecipate rimangono un mondo a parte, indifferenti a ogni regola che non sia lo sperpero di denaro pubblico; due esempi per tutti: l’Atac, l’azienda di trasporti cittadina, fra il 2004 e il 2013 ha avuto una perdita media di 130 milioni all’anno, con la stupefacente punta del 2010, quando ne ha persi 300 sui mille incassati; Roma Multiservizi continua impunemente a ricevere l’appalto per la gestione delle scuole comunali, in violazione delle disposizioni che le impedirebbero di averlo perché non ne ha titolo e con un “enorme incremento” dei costi lievitati a 52 ml. Nessuno di questi e degli altri macroscopici problemi, dilatatisi a dismisura con Alemanno, risulta avviato a soluzione dalla Giunta Marino, tanto che la Ragioneria prevede che le perdite continueranno come prima.

La beffa è che fra i pochi tagli effettivi riscontrati, c’è quello sugli interventi di manutenzione stradale, con le ovvie ricadute sui cittadini. Come sempre, si taglia ciò che utile e si mantiene ciò su cui qualcuno ingrassa.

Certo, fra servizi sempre più inefficienti, strade dissestate, sporcizia diffusa e degrado che s’allarga, la qualità della vita precipita nella Capitale, e la via usata per far dimenticare una situazione pesantissima è sempre la stessa: additare un nemico a cui addebitare tutto, verso cui incanalare la rabbia accumulata. Così, fra un assalto a un centro d’accoglienza e una manifestazione contro un centro rom, tanti, troppi, evitano di riflettere su un Sistema che ha governato anche coi loro applausi; di soffermarsi sulla radice dei problemi, sulle infinite furberie, sulle meschinerie che per l’utile immediato di tanti, hanno condotto al disastro tutti.

Evitano di riflettere su un potere marcio che ha fatto comodo a troppi, evitano di guardarsi allo specchio e urlano il proprio disagio, aizzati a una guerra fra chi ha poco e chi non ha proprio nulla da chi così distoglie l’attenzione dai problemi veri e continua a fare i propri comodi.

   

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