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Aleppo Est: per i terroristi resa o morte

Per Aleppo, la completa liberazione è ormai questione di giorni, lo ha confermato in un recente colloquio riservato lo stesso segretario di Stato John Kerry, che considera quella posizione ormai perduta. Tuttavia, l’attivismo internazionale per dare aiuto ai terroristi che vi sono ancora dentro (inutile elencare le sigle che continuano ad affibbiarsi, l’ultima sarebbe “Esercito di Aleppo”) continua frenetico.

aleppoLunedì, una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che pretendeva un cessate il fuoco immediato, è stata bloccata dal veto congiunto di Russia e Cina. Il rappresentante russo al Palazzo di Vetro, Vitaly Churkin, ha sottolineato che una simile tregua sarebbe servita solo a dare respiro ai terroristi ridotti ormai allo stremo, prolungando le sofferenze della popolazione che tengono in ostaggio.

Visto il fallimento dell’iniziativa, Kerry ha intavolato quelle trattative bilaterali con Lavrov che aveva cercato di evitare fino all’ultimo preferendo la strada dell’Onu; il Ministro degli Esteri russo, parlando con la consueta chiarezza, ha dichiarato che i terroristi ancora presenti ad Aleppo Est che non si arrenderanno secondo gli accordi in gestazione fra Washington e Mosca, saranno passati per le armi. Un accordo pare in via di formalizzazione prima che la città sia interamente liberata.

Secondo le ultime notizie dal campo, confermate dal sedicente “Osservatorio siriano per i diritti umani” (con sede a Londra e vicino sia agli ambienti dell’Intelligence britannica che dei “ribelli”), l’Esercito siriano e i suoi alleati hanno ultimamente liberato altri 8 quartieri assumendo il controllo di oltre il 70% di quella che era la sacca tenuta da terroristi.

L’insistenza di Kerry nel garantire una via d’uscita ai takfiri presenti ad Aleppo e la sua riluttanza a trattative bilaterali con Lavrov con cui, a quattrocchi, avrebbe dovuto mostrare le carte, conferma le voci sempre più numerose sulla presenza di “consiglieri militari” Usa all’interno della sacca, infiltrati per dirigerne la resistenza. Inutile dire quali implicazioni avrebbe la cattura di elementi delle Special Forces Usa da parte dell’esercito siriano o, meglio ancora, delle unità scelte di Hezbollah che sono alla testa dell’avanzata.

È assai probabile che non se ne saprà mai nulla, perché quegli uomini, che ufficialmente non esistono, saranno un prezioso oggetto di scambio fra Washington, Mosca e le altre forze dell’Asse della Resistenza.

Nel frattempo, le unità siriane e degli alleati continuano ad avanzare spingendo i terroristi in un’area sempre più ristretta, appoggiate dai raid dell’Aviazione di Damasco (da tempo l’Aviazione russa s’astiene dal condurre attacchi su Aleppo est). In testa, come detto, pare ci siano i reparti di Hezbollah, che hanno maturato una grandissima esperienza nei combattimenti urbani.

Come ultima notazione, è confermata ufficialmente la notizia, data il 4 dicembre ma ovviamente passata sotto silenzio dai media occidentali, che l’Ospedale Nazionale di Aleppo è stato usato dai terroristi come Quartier Generale e deposito di armi prima della sua liberazione.

di Salvo Ardizzone

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