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Alabama, aborto vietato anche in caso di incesto o stupro

Il Senato dello Stato dell’Alabama ha dato il via libera ad un progetto di legge che prevede il divieto quasi assoluto di aborto. L’interruzione della gravidanza in ogni stadio sarà vietata, anche nei casi di incesto o stupro, con l’unica eccezione del serio pericolo di vita per la madre.

alabama-aborto-vietatoPer i medici che dovessero contravvenire a quanto statuito dalla nuova legge è prevista una pena fino a 99 anni di reclusione. L’Alabama è noto per essere una delle roccaforti repubblicane negli Usa e questo progetto di legge tende a scardinare la storica sentenza del 1973, con la quale la Corte Suprema, decidendo sul caso “Roe contro Wade”, rese legale l’aborto.

La Camera aveva già deliberato favorevolmente il mese scorso ed ora con un risultato di 25 a 6 anche il Senato a maggioranza repubblicana si è espresso favorevolmente su questa riforma che, se dovesse passare, comporterebbe una notevole compressione dei diritti civili dei cittadini di quello Stato.

Il caso Alabama segna un ulteriore passo verso una tendenza che si sta diffondendo a macchia d’olio anche in altri Stati americani. Sono ben 28 infatti gli Stati che hanno adottato o stanno elaborando misure sempre più restrittive per l’accesso all’interruzione volontaria della gravidanza.

Un’attenzione alla vita e alla sua preservazione che sbigottisce, considerato il fatto che negli Usa, esportatori mondiali di democrazia e civiltà, è ancora prevista la pena di morte e che l’Alabama detenga il primato per le esecuzioni capitali rapportato alla densità di popolazione.

Il potere legislativo si erige a giudice creatore di vita e di morte. Si legifera sull’origine della vita e sulla sua fine, secondo parametri che eticamente e logicamente sono assolutamente antitetici. Se la vita deve avere un valore sacro e deve essere preservata, anche nei casi di brutalità quali incesto e stupro, non si coglie la ragione per la quale quella stessa vita si debba interrompere per via di una decisione presa da un giudice in un aula di tribunale.

Viene quasi da pensare che coloro che hanno ideato e votato a favore di quella riforma, vogliano incrementare le nascite per alimentare il lavoro di boia e carcerieri, creando così una filiera di carne da macello, come nella migliore tradizione a stelle e strisce.

L’Unione americana per le libertà civili (Aclu), si è già mobilitata, annunciando una battaglia legale che sarà sicuramente duratura ed ardua, considerato il preoccupante rigurgito di conservatorismo e bigottismo che si annida nelle sedi giudiziarie statunitensi.

di Massimo Caruso

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