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Quel lager a Guantanamo Bay

di Giovanni Sorbello

Continua lo sciopero della fame da parte dei detenuti della famigerata prigione americana di Guantanamo Bay a Cuba.

Gli avvocati dei prigionieri si sono detti preoccupati per le drammatiche condizione di salute dei loro assistiti, che hanno iniziato lo sciopero della fame il 6 febbraio.

Gli avvocati inoltre hanno osservato che la mancanza di acqua potabile ha portato i detenuti a soffrire di patologie mediche che interessano i reni, le vie urinarie e lo stomaco. Lo sciopero della fame ha avuto inizio dopo che il personale carcerario ha sequestrato gli effetti personali dei detenuti, incluso lettere, fotografie e copie del Corano. 

I prigionieri protestano anche contro la loro detenzione a tempo indeterminato senza accusa né processo. Un avvocato che rappresenta i tredici prigionieri in sciopero della fame ha dichiarato sabato scorso, che i detenuti sono pronti a morire se le loro richieste non verranno soddisfatte. “La sofferenza di questi anni, la tortura, l’isolamento, la brutalità delle guardie hanno reso intollerabile la detenzione dei prigionieri”, ha dichiarato Gloria La Riva di Act Now to Stop War and End Racism. I rapporti mostrano che solo sei dei detenuti nel carcere di Guantanamo sono attualmente sotto processo. 

Circa il 90% dei prigionieri sono illegalmente detenuti dagli Stati Uniti, senza avere a loro carico una precisa accusa. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama aveva promesso di chiudere il carcere di Guantanamo Bay durante la sua campagna elettorale. Il lager, tuttavia, dopo cinque anni continua a rimanere aperto, tra l’indifferenza dei media e la complicità della comunità internazionale.

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