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Africa, tasso di mortalità infantile più alto al mondo

Secondo l’Onu sono circa due milioni i bambini sotto i cinque anni che muoiono ogni anno in Africa centrale e occidentale. Il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (Unicef) ha riferito che la cifra costituisce quasi un terzo di tutti i decessi a livello mondiale in quella fascia di età. A causa della grande crescita della popolazione in Africa, “il  numero di bambini sotto i cinque anni che muoiono ogni anno per cause prevenibili rimane invariato” a due milioni nonostante i progressi nella riduzione della mortalità infantile, ha dichiarato il Direttore regionale Unicef per l’Africa occidentale e centrale Manuel Fontaine.

La situazione sta gradualmente migliorando attraverso la pianificazione, ha aggiunto Fontaine, osservando che la soluzione migliore al problema consiste nel migliorare l’educazione in materia di salute e igiene, unitamente alla pianificazione familiare.

I Paesi e le regioni in cui i bambini sotto i cinque anni stanno morendo in gran numero sono ben noti. Sono tutti africani i 10 Paesi con il tasso di mortalità sotto i 5 anni più alto del mondo. In Sierra Leone 185 bambini su mille nati vivi muoiono prima del loro quinto compleanno; in Somalia 180; Mali 176; Ciad 169; Repubblica Democratica del Congo 168; Repubblica Centrafricana 164; Guinea Bissau 161; Angola 158; Burkina Faso 146; Burundi 139. Molte di queste morti sono facilmente evitabili o prevedendone le cause o intervenendo con semplici cure di base che costano pochi centesimi.

Africa, le principali cause di morti premature

Sono anche ben stabilite le principali cause prossime di morti premature e malattie. Quasi il 40 per cento di tutti i decessi sotto i cinque anni si verificano durante il periodo neonatale, il primo mese di vita, per una serie di complicazioni. Di queste morti neonatali, circa il 26 per cento – pari al 10 per cento di tutti i decessi sotto i cinque anni – sono causati da infezioni gravi. Una percentuale significativa di queste infezioni è causata da polmonite e sepsi (una grave infezione batterica ematica che è anche trattata con antibiotici). Nonostante i progressi dal 1980, le malattie diarroiche rappresentano il 17 per cento dei decessi sotto i cinque anni. La malaria, il morbillo e l’Aids, presi insieme, sono responsabili del 15 per cento delle morti infantili.

Molte condizioni e malattie interagiscono aumentando la mortalità infantile al di là dei loro effetti individuali. La denutrizione infantile contribuisce a più di un terzo dei decessi infantili globali. Acqua non sicura, pratiche di scarsa igiene e servizi igienico-sanitari inadeguati non sono solo le cause del persistere di un’elevata incidenza delle malattie diarroiche, sono un fattore importante che contribuisce alla mortalità sotto i cinque anni.

La mancanza di accesso ai servizi e tecnologie vitali è aggravata da una mancanza di informazione. Le famiglie e le comunità spesso non sanno perché la vaccinazione è di vitale importanza, come riconoscere i sintomi di una malattia, o quando richiedere aiuto. L’educazione materna è un fattore molto importante: una madre istruita è più in grado di conoscere, ad esempio, i benefici dell’allattamento al seno esclusivo, come trattare la malnutrizione e diarrea e l’importanza della pianificazione familiare.

Crisi alimentari

Oltre a problemi di salute, diverse regioni popolate e povere dell’Africa sono afflitte da gravi crisi alimentari consecutive, dovute a siccità, che colpiscono donne e bambini in particolare. Tale situazione ha continuato senza sosta, nonostante gli avvertimenti da parte di gruppi umanitari e la loro richiesta di ulteriori donazioni per contribuire a risolvere il problema. I bambini muoiono anche come risultato diretto di conflitti armati – più di 2 milioni negli ultimi dieci anni.

Gli effetti devastanti di tali conflitti armati continuano ad uccidere molti più bambini di quanti muoiono di malnutrizione e malattie. Spostamenti di popolazione si traducono spesso in condizioni di vita con scarsa igiene, l’interruzione dei servizi sanitari e interruzione di approvvigionamento alimentare, sono tutti fattori che contribuiscono ad epidemie e infezioni, inoltre catastrofi naturali o altre emergenze derivanti da una cattiva gestione ambientale possono avere effetti simili.

Un raffronto tra Etiopia e Germania mette in evidenza con immediatezza come alcune malattie che nel Paese africano provocano innumerevoli perdite di vite umane siano pressoché assenti nello Stato leader dell’economia europea.

Non passerà inosservato che i due Paesi, pur avendo una popolazione quasi eguale (82 milioni di abitanti l’Etiopia, 81 la Germania), hanno tassi di mortalità infantile enormemente differenti. Nel Paese europeo la morte di un bambino è un evento quasi cento volte meno frequente rispetto a quanto accade in Etiopia. In particolare, polmonite e infezioni intestinali in età neo e post-natale incidono per oltre un terzo della mortalità in Etiopia, mentre queste due malattie contano soltanto per il 3% dei decessi in età infantile tra i bambini tedeschi. In termini assoluti, polmonite e infezioni intestinali uccidono ogni anno 97mila neonati e bambini in Etiopia e appena 87 in Germania. Rimane un sogno voler portare a zero questa causa di mortalità infantile!

di Cristina Amoroso

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