Africa, si conclude il viaggio di Papa Francesco
Si è concluso domenica il viaggio di Francesco in Africa, un viaggio che in molti (compresi diversi “Servizi”) avevano consigliato di annullare per motivi di sicurezza, ma che è stato mantenuto in ogni parte del suo programma.
In cinque giorni Bergoglio ha toccato Kenya, Uganda e Repubblica Centroafricana tenendo a incontrare non solo le comunità cristiane di ogni confessione, ma anche quelle islamiche.
Due sono stati i messaggi che ha tenuto a lanciare: per primo una netta condanna del terrorismo; la religione autentica non c’entra con la violenza, pensare di esercitarla in nome di Dio è una bestemmia. Nella sua argomentazione, l’Islam è estraneo ai criminali che insanguinano il mondo. Con il secondo ha voluto sottolineare che alla radice di tutti i mali c’è la concentrazione di potere e ricchezza nelle mani di una minoranza che sfrutta in tutti i modi una crescente maggioranza, riducendola in condizioni di miseria e degrado.
Partendo da questi concetti ha condannato più volte non solo la violenza declinata in tutti i modi, ma anche il “sistema imperante che è ingiusto perché mette al centro il Dio denaro non la persona”.
I Paesi toccati nel viaggio hanno tutti ferite sanguinanti portate dalla violenza, dalla corruzione, dalle enormi diseguaglianze e dallo sfruttamento che hanno le radici nella colonizzazione prima politica ed ora economica di un sistema globale tanto avido di risorse e ricchezze quanto avaro nel concedere alcunché. Guerre e violenze ne sono dirette conseguenze e si combattono non erigendo muri fra le diverse religioni, ma opponendosi alle cause che le scatenano.