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Baghdad invoca l’aiuto della comunità internazionale contro le barbarie dell’Isil

di Carolina Ambrosi

L’Iraq, une delle terre più belle del pianeta, chiede di esser salvata dalla violenza barbara di automi senza memoria. Dopo aver visto le ennesime immagini di distruzione, si sente la necessità di evitare che un’intera parte della nostra esistenza terrena venga cancellata con un colpo dai terroristi dell’Isil. Un’ accorata quanto disperata richiesta d’aiuto arriva dal governo iracheno che dopo aver visto la propria nazione privata della pace, la vede perdere lentamente anche il suo passato,  cancellato come fosse una sbavatura nella grafia di un bambino alle prime armi.

Il ministro del Turismo e dei Beni culturali iracheno, Adel Fahd al-Shershab, in una conferenza nella capitale Baghdad ha richiamato l’attenzione della comunità internazionale, affinchè metta a disposizione tutti i suoi mezzi per salvare quanto è rimasto dalla furia distruttiva dei Takfiri. E’ un appello disperato rivolto a tutte le nazioni, nello specifico agli Stati Uniti e ai suoi alleati tra cui Arabia Saudita, Qatar, Turchia, ecc. Proprio a quelle nazioni che dietro l’egida degli Stati Uniti hanno appoggiato e finanziato lo Stato Islamico fino a che tutto ciò non si è rivoltato contro.

Vaste regioni dell’Iraq e della Siria si trovano in emergenza umanitaria da quando il gruppo Takfiri ha iniziato a conquistare sempre più territori, costringendo enormi masse di persone a lasciare le loro terre per sfuggire alle violenze del gruppo. Moltissimi sono i civili uccisi e/o feriti senza alcuna differenza religiosa, bruciati vivi,  donne e bambine rese schiave e costrette a prostituirsi alle loro dipendenze. A ciò si aggiunge la distruzione del patrimonio culturale, cancellato per il presunto richiamo al periodo idolatrico pre-islamico, quella che gli storici chiamano la gahiliyya.

Secondo il ministro il gruppo terroristico non attacca il patrimonio artistico a causa della valenza idolatrica ma per rivendere le opere sul mercato nero per autofinanziarsi, dopo che si sono visti rifiutare i precedenti aiuti economici dell’Occidente. Tuttavia tale ipotesi non è stata ancora confermata e non sappiamo quante delle opere siano state salvate per il mercato nero.

Ad ogni modo, il gruppo terroristico ha soppresso opere d’arte dell’inestimabile valore economico e culturale, che erano databili a centinaia di anni fa. Si trovavano in esposizione permanente al museo archeologico di Mosul, nel nord dell’Iraq.  Purtroppo non è un fenomeno isolato. Recentemente infatti lo stesso gruppo ha raso letteralmente al suolo l’antica città di Nimrud con dei bulldozers. E ancora, alcuni rapporti attestano che è stata anche colpita la città-fortezza di Hatra vecchia di 2000 anni, anche patrimonio artistico Unesco.

In simili emergenze, la comunità internazionale è l’unica che può aiutare lo Stato iracheno a ripristinare e salvaguardare tutto il patrimonio artistico minacciato dalla furia dell’Isil e dei gruppi affiliati.

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