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Diritti umani, strumento per coprire i crimini israeliani 

Alcuni think tank occidentali, fornendo informazioni false sulla questione dei diritti umani in Iran, tentano di distogliere l’opinione pubblica dalla realtà della Striscia di Gaza.

Il 2 dicembre, il Guardian ha pubblicato un rapporto, scritto da Deepa Parent, in cui accusava l’Iran di mancato rispetto dei diritti umani. Deepa, trascurando gli sforzi dell’Iran per difendere i diritti umani, ha basato il suo rapporto su fonti non autentiche e non specificate e non ha risparmiato alcuno sforzo per mettere in discussione le azioni di Teheran nel campo dei diritti umani.   

Il rapporto di Deepa, privo di dati autentici, piace solo alla lobby sionista che, controllando i media e le narrazioni sulla Striscia di Gaza, tende a ridimensionare la portata del massacro che ha luogo nei territori occupati.

Va notato che i giornalisti, con le loro posizioni imparziali, hanno la responsabilità di informare le persone. Ma, sfortunatamente, il giornalismo parziale è stato diffuso in modo allarmante, soprattutto dall’inizio della guerra di Gaza.

Anche Rami G Khouri, illustre ricercatore dell’Università americana di Beirut e giornalista, ha criticato il “giornalismo povero, parziale e superficiale”. Riferendosi alla copertura mediatica sulla tregua di una settimana tra Hamas e l’esercito israeliano, Khouri ha detto: “In effetti, quello che ho visto era meno giornalismo mirato a informare il pubblico sugli affari attuali in tutto il mondo, e più reality televisivi attentamente progettati e rappresentati per intrattenerli”.

I media occidentali non sono nella posizione di consigliare Teheran sui diritti umani

I media occidentali hanno perso credibilità con il loro silenzio sui crimini di guerra israeliani dall’inizio dell’operazione di Hamas il 7 ottobre. Questi media hanno fatto un ulteriore passo avanti e hanno diffuso informazioni distorte sulla realtà dell’enclave costiera. 

Oltre al boicottaggio delle notizie di Gaza e al sostegno totale al regime occupante, i media occidentali agiscono come burattini nelle mani dei sionisti. I leader di Tel Aviv hanno supervisionato completamente questi media. 

Il 1° novembre, Rami G Khouri ha fatto luce sui tentativi di Israele di dominare la narrativa dei media occidentali. Ha detto che per anni gruppi filo-israeliani di destra come CAMERA e Canary Mission hanno cercato di mettere a tacere accademici, attivisti e giornalisti che offrono punti di vista palestinesi in modo che prevalessero le opinioni israeliane. Secondo Khouri, una nuova tattica cerca di mettere a tacere i giornalisti non a causa dei loro articoli, ma per le opinioni che hanno pubblicato sui social media.

Controllo sui media

Nel contesto del controllo della narrativa su Gaza, Omar Suleiman, uno studioso musulmano americano e attivista per i diritti umani, ha dichiarato il 30 novembre: “Il regime israeliano non esita a bollare come ‘terroristi’ e ad assassinare i giornalisti palestinesi che lavorano instancabilmente per dire al mondo la verità su Gaza. Israele non consente nemmeno ai giornalisti stranieri di entrare a Gaza e riferire ciò che vedono liberamente”. A ta proposito, Fareed Zakaria della CNN ha recentemente ammesso che l’esercito israeliano consente l’ingresso nella Striscia di Gaza solo ai giornalisti stranieri che accettano di presentare tutto il materiale e filmati all’esercito israeliano per la revisione prima della pubblicazione. 

Questi media, che non hanno aderito ai fondamenti del giornalismo, hanno evitato di far luce sui crimini di guerra israeliani nei territori occupati. Nel frattempo, attraverso l’attribuzione di false accuse ad altri Paesi, hanno cercato di distogliere l’opinione pubblica dalla realtà della Striscia di Gaza. In poche parole, questi media e questi giornalisti “prezzolati” sono nella posizione di esprimere preoccupazioni sui diritti umani in Iran?

Il processo giudiziario iraniano

Il codice legale della Repubblica Islamica dell’Iran si basa sulla legge islamica e sono stati mantenuti anche molti aspetti del diritto civile. L’Iran esegue le sue sentenze giudiziarie secondo la legge. Secondo la Costituzione della Repubblica Islamica, la magistratura iraniana è indipendente. 

La struttura dei tribunali comprende tribunali rivoluzionari, tribunali pubblici, tribunali di pace e corti supreme di cassazione. Data la breve introduzione al sistema legale iraniano, anche l’affermazione di Deepa sulla “confessione forzata” è confutata poiché tutte le vittime nei tribunali iraniani sono soggette a un giusto processo legale.

di Ardalan Mohammadzadeh 

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