Almeno 40 civili, in maggioranza sciiti, sono stati uccisi e altri 30 sono rimasti feriti ieri a seguito di un attentato suicida contro un’organizzazione culturale sciita nella capitale afghana Kabul.
L’attacco è avvenuto intorno alle 10:30 ora locale e ha preso di mira il centro culturale Dashte Darchi nel distretto di polizia 6. L’esplosione suicida iniziale è stata seguita da altre due esplosioni, ha riferito il ministero dell’Interno afghano ai media.
Circa cento persone si erano radunate per commemorare l’invasione sovietica dell’Afghanistan, ha dichiarato Amiri. L’attentatore si è infiltrato nella folla prima di far esplodere un dispositivo. Gli altri due dispositivi, descritti da Amiri come artigianali, erano posizionati all’interno dell’edificio e sono esplosi in successione.
Il gruppo terroristico Isis ha rivendicato la responsabilità del brutale attacco. Il gruppo terroristico ha dichiarato attraverso la sua agenzia di propaganda che un attentatore suicida che indossava un giubbotto ha effettuato l’attacco, seguito da altre tre esplosioni di ordigni, secondo quanto riferito da Reuters.
In una dichiarazione rilasciata dal palazzo presidenziale, Ashraf Ghani ha dichiarato: “Il terrorista ha ucciso il nostro popolo, i terroristi hanno attaccato le nostre moschee, i nostri luoghi santi e ora il nostro centro culturale”. Il centro culturale si trova nel quartiere Dasht-e-Barchi a maggioranza sciita, situato nella parte occidentale della capitale.
All’inizio di quest’anno, l’Isis ha minacciato di prendere di mira gli sciiti dell’Afghanistan a seguito di un attacco all’ambasciata irachena a Kabul. Da allora il gruppo terroristico ha rivendicato la responsabilità di almeno due attacchi contro moschee sciite nella capitale dell’Afghanistan, oltre a uno nella città occidentale di Herat.
di Redazione
