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Afghanistan, i soldati americani resteranno malgrado gli infiniti annunci di ritiro

Afghanistan – La piaga afghana continua a sanguinare; a 15 anni di distanza dal loro arrivo, i soldati americani continueranno a rimanerci malgrado gli infiniti annunci di ritiro: Obama ha interrotto il rientro degli ultimi 8.800 militari per il resto della sua presidenza e, per quelli che sono i candidati, con tutta probabilità il prossimo Presidente Usa li manterrà laggiù, se addirittura non ne manderà altri.

In Afghanistan sono stati spesi fiumi di miliardi, nella massima parte tornati indietro a gonfiare i conti delle aziende occidentali ammanigliate con il sistema Difesa, o dispersi nei mille e mille rivoli di una corruzione locale spaventosa.

Obama s’è congratulato con le Forze Armate afghane, che ufficialmente da due anni badano alla sicurezza del Paese, ma è un’affermazione bugiarda perché dipendono interamente dalla Intelligence, logistica e supporto aereo Usa. Vengono mandate al macello (il loro rateo di perdite è altissimo ed è anche per questo che le diserzioni ne falcidiano i ranghi) mentre le Special Forces Usa conducono una loro guerra parallela secondo i più inconfessabili interessi di Washington.

Il pantano afghano non fa più notizia, sparito dagli schermi Tv e dalle pagine dei giornali grazie ad una regia pilotata dal potere mediatico a Stelle e Strisce. D’altronde, le Forze di Sicurezza afghane, coscienti della loro debolezza, hanno adottato la strategia di ritirarsi dove l’insorgenza – di qualunque sigla sia – è più forte (sono già 39 i distretti abbandonati) e lasciare campo libero ai vari signori della guerra e trafficanti attraverso accordi che sono una pura e semplice abdicazione; si limitano a concentrare le forze in presidi strategici attorniati da una terra di nessuno dove la violenza è legge.

L’annuncio con cui Obama interrompe il ritiro delle truppe, cade a pochi giorni del summit Nato di Varsavia dove l’Afghanistan sarà fra i temi in agenda. Non occorre essere maghi per prevedere che chiederà un ulteriore sforzo agli alleati/sudditi; soprattutto a Italia e Germania, rispettivamente impegnate nell’Ovest e nel Nord del Paese.

Non ci sarebbe da stupirsi se Renzi voglia farsi perdonare la frenata sull’intervento militare in Libia, intensificando l’impegno in Afghanistan e magari in Iraq. Quanto questo sia funzionale agli interessi italiani è altro discorso. Inutile, perché la risposta, quella di sempre, si conosce già.

di Redazione

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