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Garibaldi, mille mercenari e la falsa Unità d’Italia

160 anni fa la spedizione dei Mille, osannata e celebrata come un episodio glorioso dai nostri libri di testo e dalla storiografia ufficiale, sbarcava a Marsala dando inizio allo sterminio del Popolo Duosiciliano. Ma i Mille non erano quegli eroi volontari che hanno riempito le teste e le insegne stradali, Garibaldi non era l’eroe dei due mondi amato dai patrioti del Quirinale e l‘Unità d’Italia fu una falsa unità che distrusse la migliore italianità.

In un’era in cui nessuno sa dove stiamo andando, cerchiamo almeno di sapere da dove veniamo. Le macerie politiche di oggi rimandano a un dato storico profondo, in primo luogo all’assenza dell’elemento nazionale nella fondazione della democrazia italiana. Ogni anno, il 17 marzo il popolo italiano festeggia l’anniversario dell’Unità d’Italia. Nel 2011, le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità non sono state un vero successo. L’apparente buona riuscita si deve al fatto che il patriottismo è stato preso in carico solo dal Quirinale, l’unico punto di riferimento politico rimasto in piedi nello sfacelo. Ma il libro più venduto è stato “Terroni” di Pino Aprile, che dipinge il Risorgimento come una catastrofe per il Sud, e il film più visto “Noi credevamo” di Mario Martone, dove non compare Cavour, ma in compenso alla fine il protagonista immagina di entrare nel Parlamento italiano e sparare a Francesco Crispi.

I mille “eroi” di Garibaldi

Guidati da Giuseppe Garibaldi, mille avanzi di galera sbarcarono a Marsala, anzi non erano mille, erano 702 violenti, malfamati, finanziati dalla massoneria mondiale ebraica, la stessa che oggi finanzia i terroristi, i tagliatori di testa dell’Isis e Al-Qaeda. Un’orda barbarica scese dal Piemonte, ma anche dalla Lombardia, dall’Inghilterra, dalla Francia, Ungheria, Polonia, Stati Uniti e perfino Turchia. Parlavano una strana lingua e bestemmiavano in continuazione! Donne stuprate, uomini e bambini trucidati! Interi paesi bruciati e rasi al suolo! Ogni ricchezza venne saccheggiata.

Altro che Fratelli d’Italia! Quanti massacri e quanto sangue versato per questa Italia falsa e criminale che ancora oggi non rende giustizia ai morti. L’invasione armata, distruttrice, la conquista militare violenta e lo sfruttamento coloniale e schiavistico portarono al disastro e allo sterminio di gran parte del Popolo Duosiciliano. Dal 1860 al 1875, quasi 50mila giovani e forti, la meglio gioventù del Sud, militari del Regio Esercito del Regno delle Due Sicilie, furono sterminati non soltanto sui campi di battaglia, ma ancor più numerosi nei feroci campi di concentramento e sterminio come Fenestrelle, e tantissimi altri situati per lo più in Piemonte. Dal 1860 al 1980, nel giro di 20 anni, con la guerra al brigantaggio furono massacrati, passandoli per le armi e carcerandoli brutalmente più di 100mila civili.

Lo sterminio di 1,2 milioni di persone

Complessivamente furono sterminate 1,2 milioni di persone, a causa di fame, freddo, malattie e persecuzioni causate soprattutto con la Legge Pica. La Coscrizione militare obbligatoria, la criminale ad affamatrice “tassa sul macinato”, la Confisca di tutto l’oro e l’argento del Banco di Stato di Napoli e del Banco di Stato di Sicilia per un valore di circa 450 milioni di ducati, razziati senza rimborso, portato ed utilizzato solo per gli interessi dei boss massoni ebrei rothschildiani nel triangolo industriale di Torino, Milano, Genova, creato “ex novo” nel nord.

Inoltre, le industrie di Stato minerarie, estrattive, siderurgiche e militari di Mongiana, Ferdinandea e Bivongi, le industrie di Stato meccaniche e ferroviarie di Pietrarsa, le industrie dei cantieri navali statali di Castellammare di Stabia, furono chiuse, smontate e portate via per essere poi rimontate più a Nord, specie a Terni, La Spezia, Genova, Torino, Milano, Brescia e Bergamo sempre nell’interesse dei pochissimi che se ne erano impossessati con la prepotenza e l’inganno.

La maggior parte del popolo, che lavorava la terra, da proprietario divenne colono e schiavo, proletarizzato dal nuovo dittatoriale Stato tirannico, che si chiamava Regno d’Italia, ma che era, ed è ancora adesso, il principale nemico del Popolo Italiano, in particolare del Sud.

Garibaldi, Garibaldesi e mafia

A capo di questi “galantuomini” c’era un criminale, personaggio di pirateria, avventuriero e opportunista, Giuseppe Garibaldi, ladro di cavalli a cui avevano mozzato le orecchie in Argentina perché beccato in flagranza di reato. Ad appoggiare dall’interno Garibaldi e tutta la manovra di conquista dello Stato Meridionale indipendente, pacifico e cattolico, vi fu anche la mafia con tutte le sue specialità politiche e le svariate diramazioni sociali. È più che dimostrato che con la conquista del 1860 le mafie da parassitarie divennero imprenditoriali, scommettendo e investendo in uomini e mezzi sul nuovo corso liberal massone. Così nasceva il Regno d’Italia, tra mercenari, massoni, carnefici in divisa e delinquenti della peggiore specie.

Perché una falsa Unità

L’Unità massonica ebraica rothschildiana d’Italia distrusse la vera e migliore Italianità ed il buon rapporto fra tutti gli stessi Italiani di buona volontà. Prima dell’Unità il sud si cibava di bellezza fra arte e cultura in quei palazzi, che erano i più belli d’Europa. Francesco II di Borbone profetizzò che non ci sarebbero rimasti neanche gli occhi per piangere. Infatti è e sarà così con questa maledetta falsa Unità, da ora e per le generazioni a venire.

Il Regno delle Due Sicilie e la Serenissima Repubblica di Venezia, distrutti nel 1861, insieme alla Sardegna. La Dalmazia e l’Istria distrutte alla fine del secondo conflitto mondiale, l’italianissima Corsica data in pasto alla ferocia degli aguzzini massonici ebraici rothschildiani francesi, Briga e Tenda e la Contea di Nizza cedute alla stessa Francia. L’isola di Malta assoggettata alla massoneria ebraica inglese. Tutto ciò dimostra che la classe dirigente massonica, ebraica rothschildiana, in Italia, come in Inghilterra e come in tutto il resto del mondo, allora come adesso ha seminato solo morte e desolazione. Ha sempre fatto versare fiumi di sangue innocente per i suoi lerci e criminali interessi.

Vi è quindi un’importantissima ed essenziale continuità di identità culturale, sociale, etnica e storica massonica, ebraica e rothschildiana tra la classe dirigente che oppresse e sterminò i nostri padri ed i nostri antenati dal 1860 in poi e quella classe dirigente attuale, contro cui dobbiamo fare i conti ancora adesso proprio noi, perché anche al presente essa di nuovo vuole invadere con nuove e peggiori orde barbariche, opprimere e sterminare per tenere il mondo tutto per sé e per la propria “divina eletta progenie”.

di Cristina Amoroso

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