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Il silenzioso genocidio iracheno

Bambini iracheni per le strade di Sadr City

di Zenab Muhammad

Nonostante il vergognoso e complice silenzio da parte dei media, non si fermano le ondate di violenza e attentati in Iraq. Negli ultimi giorni diverse autobombe hanno colpito le zone sciite del Paese, soprattutto il quartiere roccaforte di Sadr City a Baghdad.

I terroristi colpiscono luoghi maggiormente affollati per procurare un numero più elevato di vittime, dalle scuole alle moschee per finire ai funerali.

Nella giornata di ieri un attentato è stato compiuto contro una scuola elementare nel nord dell’Iraq, uccidendo almeno 12 bambini e il loro preside. Altre 90 persone sono rimaste ferite in un attacco vicino a Tal Afar, a nord-ovest della capitale irachena Baghdad.

Altre autobombe sono esplose in questi ultimi giorni nei mercati e nei quartieri di Baya, Saydia, Obaidi, Kamb Sarah, Zafaraniya, Baghdad Jadida, Elam e Bab al-Sharji. Questa mattina un attentato è stato effettuato in una zona residenziale di Al-Muwaffaqiyah, un villaggio ad est di Mosul, provocando la morte di 15 persone.

L’Unhcr ha denunciato questi episodi come disumani ed osceni, invitando le autorità a compiere maggiori sforzi per cercare di porre fine a questi atti di violenza. Diversi analisti, e non solo, affermano che la violenza è causata dalla nascita di gruppi estremisti islamici transnazionali, legati alla galassia dei “ribelli” siriani sostenuti da diversi Paesi stranieri.

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