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Abusi e torture nelle carceri emiratine

La campagna internazionale per la libertà negli Emirati Arabi Uniti (Icfuae), afferma in una dichiarazione che la prigioniera emiratina Maryam al-Balushi ha tentato il suicidio in un centro di detenzione negli Emirati Arabi tagliandosi una vena del braccio. Successivamente, la prigioniera ha riferito di essere stata sottoposta a varie forme di tortura, abusi e minacciata di stupro. 

Balushi ha effettuato il tentativo di suicidio la scorsa settimana nella prigione di al-Wathba, appena fuori la capitale Abu Dhabi, a causa del deterioramento del suo stato psicologico dopo essere stata minacciata dall’ufficio del pubblico ministero per essersi rifiutata di firmare delle confessioni false.

“Siamo scioccati e sconvolti da questi recenti sviluppi. Se il governo degli Emirati Arabi Uniti fosse in qualche modo serio nell’affrontare la questione dei diritti delle donne, un buon punto di partenza sarebbe fermare la tortura e l’abuso contro i prigionieri. Queste violenze spingono loro a cercare di togliersi la vita”, riporta il comunicato Icfuae. Il gruppo per i diritti umani ha sottolineato che Balushi aveva denunciato in una lettera la tortura, le condizioni degradanti di detenzione e del razzismo endemico nel sistema carcerario degli Emirati Arabi Uniti. 

La 21enne è stata arrestata il 19 novembre 2015 e accusata di finanziare il “terrorismo” dopo aver donato denaro a una famiglia siriana bisognosa. L’attivista ha negato tutte le accuse contro di lei, ma è stata condannata a cinque anni di prigione nel febbraio 2017. 

Abusi tollerati dall’Occidente

Associazioni per i diritti umani hanno rivelato che le autorità degli Emirati Arabi Uniti hanno negato le cure a una detenuta, Amina al-Abdouli, che soffre di anemia e malattie epatiche. Per queste atrocità e abusi dal “democratico” Occidente non si leva nessuna voce di dissenso.

Emirati Arabi Uniti protagonisti del genocidio in Yemen

Dal marzo 2015, l’Arabia Saudita e alcuni dei suoi alleati arabi, tra cui gli Eau hanno compiuto una brutale aggressione militare nel tentativo di ripristinare il potere dell’ex presidente Abd Rabbuh Mansour Hadi, uno stretto alleato di Riyadh. Secondo i media yemeniti, l’aggressione militare avrebbe causato la morte di almeno 91mila civili.

di Yahya Sorbello

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