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Abusi sessuali su minori: la vergogna dei caschi blu dell’Onu

Nel corso degli ultimi 12 anni circa duemila denunce di abusi sessuali e sfruttamento sono state rivolte alle forze di pace e ad altri membri del personale Onu, lo riporta un’indagine svolta dall’Agenzia Associated Press (Ap) sulle missioni di pace dell’Onu, la quale segnala anche che la crisi è molto più grande di quanto precedentemente noto. In più di trecento delle accuse sono coinvolti minori, come i bambini di Haiti sottoposti ad abusi sessuali e sfruttamento da 134 caschi blu dello Sri Lanka, ma l’Onu, nonostante le prove schiaccianti, fatica a punire i suoi dipendenti colpevoli.

abusi sessualiLa lista è molto lunga: sedici missioni che coinvolgono 120mila addetti, centomila tra caschi blu e militari, il resto civili, che sono tenuti a proteggere la popolazione, non a dare prova di machismo, di senso di onnipotenza e razzismo, di mancanza di regole, di abusi di potere che assumono la forma di abusi sessuali. E con la presenza dei militari che facciano la guerra o portino la pace, che siano dell’Onu o della Nato,  aumentano gli stupri, la prostituzione e gli abusi sui minori. In Cambogia come in Mozambico, in Bosnia e in Kosovo, in Sudan, nella Repubblica Centrafricana  e nella Repubblica Democratica del Congo.

Ad Haiti gli abusi sessuali più recentemente scoperti

Qui sotto il sole dei Caraibi attirare un bambino affamato con uno snack o con pochi spiccioli è un’impresa facile per i 134 peacekeepers della Sri Lanka in missione di pace in Haiti che hanno abusato dei bambini. Ma il prezzo era alto, gli uomini duri dello Sri Lanka volevano sesso da minori di età inferiore ai 12 anni. Non aveva neppure il seno quella bambina che Ap ha chiamato V01, Vittima n.1. Ha detto agli investigatori delle Nazioni Unite che nel corso dei successivi tre anni, dai 12 ai 15 anni, ha fatto sesso con quasi 50 caschi blu, tra cui un “comandante” che le ha dato i suoi 75 centesimi.

La seconda vittima, V02, aveva 16 anni quando la squadra Onu l’ha intervistata, ha riferito che aveva avuto rapporti sessuali con un comandante dello Sri Lanka, descrivendolo come sovrappeso con i baffi e un grande anello d’oro al dito  medio. V03 ha identificato 11 soldati attraverso le fotografie. V04 aveva avuto rapporti sessuali con i soldati ogni giorno in cambio di denaro, biscotti o succhi di frutta. Il ragazzo V08 ha riferito di avere fatto sesso con più di 20 soldati dello Sri Lanka. V09 con più di cento peacekeepers in tre anni, una media di circa quattro al giorno.

Secondo la legge haitiana, fare sesso con qualcuno sotto i 18 anni è stupro, inoltre i codici di condotta Onu vietano lo sfruttamento. “Gli atti sessuali descritti dalle nove vittime sono semplicemente troppi per essere presentati in modo esaustivo in questa relazione, in particolare più partner sessuali in vari luoghi in cui i contingenti dello Sri Lanka sono stati dispiegati in tutta Haiti per diversi anni”, riferisce il rapporto. Gli investigatori hanno mostrato ai bambini più di mille fotografie che includevano le immagini di truppe dello Sri Lanka e le posizioni in cui i bambini hanno avuto rapporti sessuali con i soldati.

Delle duemila denunce di abusi sessuali e sfruttamento rivolte alle forze di pace e ad altri membri del personale Onu, solo una piccola frazione dei presunti colpevoli è finita in carcere. Legalmente, l’Onu è in un vicolo cieco. Non ha giurisdizione su forze di pace, lasciando la punizione ai Paesi che forniscono le truppe.

L’Ap ha intervistato presunte vittime, i funzionari e gli investigatori Onu attuali ed ex ed hanno cercato risposte da 23 Paesi sul numero di forze di pace che hanno affrontato queste accuse e quello che eventualmente è stato fatto per indagare. Con rare eccezioni, poche nazioni hanno risposto alle ripetute richieste, mentre i nomi di quelli trovati colpevoli sono mantenuti confidenziali, rendendo impossibile determinarne la responsabilità. Senza un accordo per la riforma diffusa e la responsabilità degli Stati membri dell’Onu le soluzioni rimangono vaghe e sfuggenti.

In Haiti, almeno 134 caschi blu dello Sri Lanka hanno abusato sessualmente di  nove bambini, tra il 2004 e il 2007, secondo un rapporto interno dell’Onu, ottenuto da Ap. Sulla scia del rapporto 114 caschi blu sono stati mandati a casa, ma nessuno è stato imprigionato. Nel mese di marzo, il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres ha annunciato nuove misure per affrontare gli abusi sessuali e lo sfruttamento da parte delle forze di pace e di altro personale Onu.

Ma l’annuncio suona tristemente familiare: più di un decennio fa, le Nazioni Unite hanno commissionato un rapporto che ha promesso di fare giustizia, ma la maggior parte delle riforme promesse non si è mai materializzata. Ben due anni dopo che sono state fatte quelle promesse, i bambini di Haiti sono stati passati in giro da soldato a soldato. E negli anni successivi, le forze di pace sono state accusate di abusi sessuali in varie parti del mondo.

Un caso particolarmente triste di Haiti riguarda un’adolescente violentata nel 2011 da forze di pace uruguaiane che hanno riservato la stessa sorte a decine di ragazze haitiane, chiamata eufemisticamente “sesso di sopravvivenza” in un Paese dove la maggior parte della gente vive con meno di due dollari al giorno. L’avvocato haitiano Mario Joseph ha cercato di ottenere un risarcimento per le vittime di un ceppo di colera mortale, legato a peacekeeper nepalesi, che ha ucciso circa 10mila persone. Ora, si sta anche cercando di ottenere il mantenimento dei figli per circa una dozzina di donne haitiane lasciate incinte dalle forze di pace.

“Immaginate se le missioni di pace dell’Onu stazionassero negli Stati uniti, e le forze di pace stuprassero i bambini, violentassero le ragazze portando un ceppo mortale di colera che ha ucciso circa 10mila persone come è successo in Haiti nel 2011″, ha dichiarato l’avvocato Joseph a Port-au-Prince.

di Cristina Amoroso

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