Abbas-Netanyahu, nuovo accordo tra sciacalli
Non riuscendo a disarmare e neutralizzare i gruppi della Resistenza in Cisgiordania, il regime israeliano ha ora fatto ricorso al tradizionale trucco del “divide et impera” per risolvere le sfide alla sicurezza poste da parte palestinese. Nelle ultime settimane, il regime israeliano e l’Autorità palestinese (Ap) di Mahmoud Abbas si sarebbero impegnati in colloqui sulla città di Jenin. Secondo un accordo tra loro, l’esercito israeliano cesserà i suoi raid nella città per consentire all’apparato di sicurezza dell’Autorità Palestinese di riprenderne il controllo.
I militari inizialmente erano contrari all’idea, ha riferito Israeli Channel 14, ma i funzionari politici hanno ordinato all’esercito, allo Shin Bet e ad altre agenzie collegate di interrompere le attività militari e gli attacchi preventivi a Jenin. L’ordine è arrivato il giorno dopo che il presidente dell’Ap Mahmoud Abbas ha visitato la città.
Canale 14 ha riportato che l’alternativa alla situazione attuale a Jenin è il pieno controllo della città e la gestione della vita dei cittadini con l’uso della forza e dei ripetuti scontri, o il crollo totale dell’Autorità Palestinese. “L’opzione da scegliere è consentire all’Autorità Palestinese di controllare completamente la regione”, ha affermato l’emittente israeliana.
Sebbene l’Ap non abbia reagito alle notizie sul suo accordo con Tel Aviv, i suoi servizi al governo israeliano hanno una lunga tradizione. La visita di Abbas a Jenin dopo 11 anni ha dimostrato che un complotto era in preparazione e serviva gli interessi israeliani.
La sottomissione di Abbas ai padroni israeliani
Lo scorso mese, il regime israeliano ha condotto una massiccia offensiva aerea e terrestre a Jenin, a nord della Cisgiordania, per distruggere i gruppi della Resistenza. Sebbene la portata dell’operazione fosse ampia, considerando 800 case palestinesi distrutte, dozzine di persone uccise e centinaia ferite, il governo intransigente del primo ministro Benjamin Netanyahu non è riuscito ad annientare i gruppi della Resistenza.
Come atto di presenza e per affermare di essere arrabbiato per i crimini israeliani, Abbas ha promesso di ricostruire Jenin e ha ordinato alle sue forze di schierarsi in città. Ma sembra che si trattasse più di una manovra politica per scagionarsi dall’accusa di collusione con Tel Aviv. Questo mentre alcune fonti hanno annunciato che durante la recente offensiva, le forze dell’Ap hanno aiutato le forze israeliane a chiudere le porte della città per bloccare l’uscita dei combattenti palestinesi.
Uno dei fattori trainanti dietro la visita di Abbas a Jenin sono state le proteste che hanno censurato le posizioni passive dell’Autorità Palestinese. Ecco perché Abbas è stato accolto freddamente a Jenin in una dimostrazione di malcontento e di perdita di legittimità tra la gente.
L’ipocrisia di Abbas
La dichiarazione di Abbas a Jenin secondo cui “abbiamo un’autorità, un governo, una legge, una sicurezza e una stabilità”, è stato un atto di flessione delle braccia contro la Resistenza e l’esecuzione degli ordini di Tel Aviv. L’Autorità Palestinese e il movimento Fatah non solo sono rimasti in silenzio di fronte ai crimini del regime israeliano a Gaza e a Jenin, ma continuano ad essere accusati di collaborare con l’occupazione contro la nuova intifada palestinese.
L’assegnazione della sicurezza di Jenin alle forze dell’Autorità Palestinese arriva quando i funzionari israeliani, in particolare Netanyahu, hanno espresso preoccupazione per l’indebolimento dell’organo di governo con sede a Ramallah e hanno affermato che il suo crollo dovrebbe essere prevenuto in ogni modo possibile. Questa posizione di sostegno del regime israeliano ha dimostrato che gli israeliani considerano la debolezza dell’Autorità Palestinese come una minaccia agli interessi della loro occupazione in Cisgiordania. Dato che il conflitto con la Resistenza in Cisgiordania ha molti costi per gli israeliani, le autorità di Tel Aviv stanno cercando di usare il potere dell’Autorità Palestinese per sopprimere le cellule della Resistenza a Jenin.
Contrastare la nascente Resistenza in Cisgiordania
Il motivo per cui Abbas sta sacrificando gli interessi palestinesi a quelli dell’occupazione israeliana è che considera la Cisgiordania la sfera del suo controllo e considera qualsiasi influenza di Hamas o del Jihad Islamico una minaccia per i traballanti pilastri del governo dell’Autorità Palestinese.
I gruppi della Resistenza in Cisgiordania sono principalmente sostenuti dal Jihad Islamico e stanno diventando sempre più potenti di giorno in giorno. Ma oltre al Jihad Islamico, hanno riferito di recente alcune fonti, Hamas ha intensificato le sue attività anche in Cisgiordania per poter, con l’aiuto del Jihad, organizzare piccole cellule nelle strutture organizzative della Resistenza.
Cresce la Resistenza
Secondo l’agenzia di stampa Anadolu, negli ultimi mesi Hamas e il suo braccio armato Ezzeddin Qassam Brigades hanno rivendicato la responsabilità di una serie di operazioni in Cisgiordania. Ad esempio, a febbraio ha effettuato un attacco nella città di Huwara, in Cisgiordania, in cui un certo numero di israeliani sono stati uccisi e feriti. Inoltre, una sparatoria a Tel Aviv a marzo e l’attacco a Ramallah che ha ucciso quattro israeliani sono stati collegati ad Hamas. Recentemente, Ayash Brigade, un gruppo militante che Tel Aviv ritiene sia legato alle Ezzeddin Qassam Brigades, ha pubblicato un video in cui vengono lanciati razzi Qassam 1 contro l’insediamento israeliano di Shaked. Queste azioni hanno fatto scattare il campanello d’allarme per Tel Aviv che oltre al Jihad Islamico, in Cisgiordania deve fare i conti anche con Hamas.
I leader di Hamas hanno dichiarato molte volte che stanno dalla parte dei gruppi della Resistenza della Cisgiordania e li sosterranno con tutte le loro forze. L’armamento di questi gruppi avviene con l’aiuto di Hamas e del Jihad Islamico. Gli analisti ritengono che l’inizio delle operazioni militari organizzate da Hamas in Cisgiordania cambierà la politica perseguita dal governo israeliano contro Hamas e i suoi leader in Cisgiordania e oltre, e potrebbe scatenare una nuova guerra a Gaza. Questo mentre l’esercito israeliano non è nella posizione di impegnarsi in un nuovo conflitto con Gaza, come ammettono i funzionari israeliani.
Israele e Autorità Palestinese hanno interessi comuni nel contrastare Resistenza
Il regime israeliano ha lanciato molte operazioni volte a bloccare l’influenza di Hamas in Cisgiordania, ma le sue misure si sono ritorte contro. Dal momento che Tel Aviv e l’Autorità Palestinese hanno interessi comuni nel contrastare Hamas, gli israeliani stanno cercando di controllare Hamas usando Abbas.
Negli ultimi anni, l’Ap ha ripetutamente consegnato agli israeliani membri di Hamas in Cisgiordania per impedire ai gruppi con base a Gaza di prendere il potere nell’area sotto il suo controllo, e questa volta sta cercando di servire i suoi padroni israeliani a Jenin.
Il motore principale delle operazioni israeliane a Jenin e in altre aree della Cisgiordania è evitare che la città si trasformi in una seconda Gaza. Sanno molto bene che se si apre un nuovo fronte, saranno oggetto di attacchi palestinesi da entrambe le parti e la sicurezza dei coloni sarà messa a repentaglio più che mai.
In realtà, l’infiltrazione di Hamas in Cisgiordania è stata una fonte del panico di Abbas. In una discussione privata, secondo le fonti israeliane, Abbas ha espresso la sua preoccupazione per la possibile acquisizione di potere di Hamas nella città o addirittura per il suo controllo. Pertanto, la visita di Abbas a Jenin è stata ampiamente dimostrativa e il ritorno delle forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese a Jenin avviene sotto la copertura della ricostruzione per osservare le mosse di Hamas.
Ap dipende dalle finanze israeliane
D’altra parte, l’Ap dipende dalle finanze israeliane per gestire la Cisgiordania, e da quando il governo Netanyahu ha tagliato i suoi aiuti, è in grave difficoltà. Così, con il nuovo accordo con Tel Aviv, i vertici dell’Ap stanno cercando di risolvere i loro problemi finanziari. A questo proposito, alcuni organi di stampa israeliani hanno riferito che sotto le pressioni americane, il gabinetto di Netanyahu prevede di fornire aiuti civili ed economici all’organismo.
Mentre lavora con gli israeliani, Abbas apparentemente interagisce con i gruppi della Resistenza organizzando lo scorso 30 luglio un vertice al Cairo con tutti i gruppi palestinesi.
Negli accordi presi lo scorso anno tra i gruppi della Resistenza a Gaza e l’Ap in Algeria, tutti i gruppi avrebbero dovuto unirsi contro il regime israeliano, ma Abbas sta facendo ancora una volta un passo verso il tradimento della causa palestinese.
I tradimenti dell’Autorità Palestinese in Cisgiordania e il contrasto ai gruppi della Resistenza non provocano altro che rabbia e odio pubblico, dal momento che i palestinesi sono giunti all’idea che i compromessi con gli occupanti non servono a nulla e la Resistenza è l’unica scelta per liberare le terre usurpate. Le vittorie di Hamas e del Jihad Islamico sul regime israeliano nell’ultimo decennio confermano questa realtà.
di Redazione