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A Giorgio Napolitano: “Venga ad una delle messe che celebro per le vittime di cancro del polo industriale Augusta-Priolo-Melilli”

Alla fine degli anni ’40 nel nord di Siracusa nasceva il polo industriale Augusta-Priolo-Melilli. Era l’anno 1949 quando nacque la prima raffineria, la Rasiom, di Angelo Moratti e poi, una dopo l’altra, vennero costruite varie raffinerie, centrali elettriche, impianti chimici e petrolchimici al fine di produrre “sviluppo, ricchezza e… benessere”.

La gente trovò lavoro, tanto lavoro ma anche le “malattie del progresso” a causa dei ben 18 insediamenti produttivi di “ricchezza”, ma anche di sofferenza e di morte.

Alla fine degli anni ’70 la Città di Augusta (il comune più grande della provincia dopo il capoluogo) aveva scoperto che il numero dei morti di cancro e dei bambini nati con malformazioni aveva raggiunto livelli allarmanti ma, a parte studi ed inchieste a tutti i livelli, nessuno ha mai voluto affrontare seriamente il problema.

Oggi il numero dei morti di cancro ad Augusta è ancora più alto e i cittadini ritengono responsabili anche alcune Istituzioni di questo Stato. Si è tentato in vari modi di nascondere questa scomoda verità: da due anni a questa parte, infatti, ad Augusta non nascono più bambini né sani né malformati e neanche si praticano aborti perché è stato chiuso il relativo reparto dell’ospedale locale. 

Ad Augusta è in atto una vera e propria strage, purtroppo “silenziosa” di cui mi sono fatto portavoce. Così, come in certe giornate della memoria si leggono i nomi delle vittime, ho deciso di leggere i nomi dei morti di cancro di Augusta durante la Messa di ogni giorno 28 del mese, che celebro in memoria delle vittime del cancro di Augusta. Tuttora, nonostante una certa paura e riluttanza dovuta al ricatto occupazionale, sono stati censiti 557 morti di cancro (il numero totale dei morti in un anno ad Augusta è di circa 300).

A nome dei familiari delle vittime di cancro causate dall’operato del polo industriale di Augusta – Priolo – Melilli, chiedo al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di essere presente ad una delle messe che celebriamo ogni 28 del mese. Vorremmo che la strage silenziosa di Augusta venisse riconosciuta ed equiparata ad altre stragi e che le vittime del cancro di Augusta venissero messe sullo stesso piano di altre vittime che magari ogni anno hanno maggiore visibilità. 

Riteniamo che solo con una presa di coscienza istituzionale e mediante una visione diretta del luogo si potrà dare avvio ad una azione forte che ripristini sia il Diritto sia i diritti dei cittadini qui palesemente violati.

I cittadini di Augusta, nonostante il loro lavoro e sacrificio che producono una ricchezza valutabile in varie decine di miliardi di euro per lo Stato, hanno visto:

1. Chiudere lo stadio per l’inquinamento

2. Ridimensionare l’ospedale con la soppressione del reparto di Ostetricia

3. Chiudere il Tribunale

4. Chiudere l’Agenzia delle entrate

5. La probabile chiusura della sede INPS

6. Accogliere metà degli immigrati arrivati con l’operazione Mare Nostrum

Non avere il dovuto riconoscimento dei nostri problemi da parte dello Stato, vuol dire che l’uguaglianza e la dignità dei cittadini sancita dalla Costituzione di fatto non esiste. Il Presidente della Repubblica non può andare solo sulle Dolomiti, nei siti dichiarati Patrimonio dell’Umanità o alle mostre cinematografiche (eventi la cui presenza è giusta e doverosa). Il fatto che lo stesso Presidente non prenda in considerazione la richiesta avanzata da una comunità sofferente per i tanti morti di cancro mi lascia alquanto perplesso.

Padre Palmiro Prisutto

A: Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica 
Venga ad una delle messe che celebro per le vittime di cancro del polo industriale Augusta – Priolo – Melilli 

Sosteniamo la lotta di Padre Palmiro Prisutto e firmiamo la petizione:

http://www.change.org/p/giorgio-napolitano-venga-ad-una-delle-messe-che-celebro-per-le-vittime-di-cancro-del-polo-industriale-augusta-priolo-melilli?share_id=ilrcwNluEN&utm_campaign=share_button_action_box&utm_medium=facebook&utm_source=share_petition

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