Medio Oriente

Alture del Golan: i timori dei leader israeliani

La causa principale per cui gli israeliani intensificano le loro azioni militari nel sud della Siria è la preoccupazione per gli sviluppi interni siriani e per i possibili attacchi di ritorsione del governo siriano e dei suoi alleati sulle alture del Golan. Per una migliore comprensione della questione, dovremmo conoscere il significato geopolitico della regione occupata.

Nelle ultime settimane, gli attacchi israeliani ai territori siriani, in particolare le parti meridionali nelle vicinanze delle alture del Golan, si sono intensificati. Le forze israeliane hanno recentemente aumentato la loro presenza sulle alture del Golan a seguito di una visita senza precedenti nel territorio siriano occupato lo scorso 19 novembre del Segretario di Stato americano, Mike Pompeo. Ma cosa sta spingendo gli israeliani ad aumentare le loro operazioni militari ai confini della Siria meridionale? 

Preoccupazioni per la sicurezza israeliana delle alture del Golan 

Le alture del Golan hanno un’area di circa 1800 chilometri, 1200 dei quali furono occupati dal regime israeliano durante la Guerra dei sei giorni con i Paesi arabi nel 1967. 

La posizione delle alture del Golan nel sud della Siria e lungo i confini con il regime israeliano è unica. Dal punto più alto del Golan, è visibile gran parte del sud della Siria e persino la capitale Damasco, situata a 60 chilometri dal Golan settentrionale. La parte meridionale del Golan si affaccia sui territori israeliani. 

Ciò significa che la presenza nella parte meridionale del Golan dà un vantaggio strategico al nemico. La prova di ciò sono gli attacchi di artiglieria sui territori occupati da parte delle forze siriane dal 1948 al 1967. Le recenti azioni sembrano segnalare un forte timore israeliano per le conquiste delle forze dell’Asse della Resistenza nelle regioni meridionali delle alture del Golan. Questo dà agli israeliani motivo per intensificare i loro raid aerei sulla Siria meridionale. 

Hezbollah fa tremare Israele

Tel Aviv è molto spaventata dall’ammassamento delle forze libanesi di Hezbollah nel sud della Siria. Il quotidiano libanese Al-Akhbar, citando istituzioni di ricerca israeliane, ha riferito che i rischi della presenza di Hezbollah nel sud della Siria per il regime israeliano sono notevolmente aumentati rispetto al passato. Il movimento libanese gestisce circa 58 basi militari nel sud della Siria, 28 di loro ospitano il comando meridionale del movimento e 30 servono ad altri scopi. Le sue basi nelle province di Quneitra e Daraa sono le maggiori fonti di preoccupazioni israeliane. 

Questa minaccia sembra più seria se consideriamo la composizione demografica e la posizione degli israeliani sulle alture del Golan. Attualmente, il 10 per cento degli insediamenti israeliani si trova sulle alture del Golan e ospita 20mila coloni. Pertanto, i leader israeliani considerano l’ammassamento delle forze della Resistenza nelle alture meridionali del Golan una minaccia. Temono che, perdendo la regione a causa delle possibili azioni della Siria e delle altre forze della Resistenza, Tel Aviv possa perdere lo status economico speciale del Golan. La regione è di importanza economica per gli israeliani, soprattutto quando si tratta delle sue riserve energetiche che possono aumentare la ricchezza israeliana di petrolio e gas. Questo, a sua volta, può contrassegnare Tel Aviv come un attore chiave dell’energia nell’arena mondiale. 

Pressioni internazionali legate alle alture del Golan

Non sono solo gli sviluppi siriani a spaventare gli israeliani. Infatti, affrontano anche la sfida delle preoccupazioni della comunità regionale e internazionale sulle loro azioni. Alcuni esempi di queste sfide sono:

1. Insieme alla sconfitta di Donald Trump alle elezioni presidenziali, il regime israeliano ha recentemente subito una pesante sconfitta nelle sessioni speciali dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. L’Unga nella sessione del 2 dicembre ha approvato quattro risoluzioni sulla Palestina e una risoluzione che rifiuta la sovranità israeliana sulle alture del Golan. Le risoluzioni del quartetto, intitolate “Comitato per i diritti inalienabili del popolo palestinese, Divisione per i diritti palestinesi, Soluzione pacifica per la causa palestinese e Programma speciale di informazione presso il Dipartimento delle comunicazioni globali”, hanno sottolineato la responsabilità delle organizzazioni internazionali nei confronti della causa palestinesi, condanna dei progetti di transazione e la necessità di una resa dei conti unilaterale alle questioni correlate. 

La risoluzione Golan Heights è stata approvata nonostante le pressioni israeliane e americane, sottolineando la sovranità siriana della regione occupata. Nella risoluzione, dato il rifiuto delle Nazioni Unite all’annessione di territori con l’uso della forza, la continuazione dell’occupazione israeliana della terra siriana è considerata una violazione delle risoluzioni e del capitolo dell’Onu. Inoltre, proibisce qualsiasi lavoro di costruzione sulle alture del Golan e sostiene che Tel Aviv ha rifiutato di attuare la risoluzione 497, adottata nel 1981. 

Guardando agli alti livelli dell’opposizione globale all’occupazione, i leader israeliani hanno ovviamente visto le minacce esistenti e sono fortemente preoccupati per la perdita della posizione speciale delle alture del Golan. Quindi, lanciando attacchi aerei nel sud della Siria, bloccano la prevenzione di cambiamenti contro i loro interessi.     

Disimpegno Usa nella regione

2. La preoccupazione di Israele per il ritiro degli Stati Uniti dall’Asia occidentale e la mancanza di sostegno russo all’agenda di Tel Aviv. La dimostrazione dei piani statunitensi di ritiro dall’Asia occidentale è un altro catalizzatore delle crescenti operazioni israeliane nel sud della Siria. 

In effetti, gli americani hanno concluso che la loro presenza nella regione dell’Asia occidentale è praticamente impossibile, mentre hanno già iniziato a spostare la loro strategia verso un confronto su vasta scala con la Cina e sostituito l’Asia occidentale con l’Asia orientale come regione di interesse. 

In tali condizioni, l’uscita degli Stati Uniti dalla Siria in particolare e dalla regione in generale, sembra definita e d’altra parte contrariamente alla propaganda infondata di Netanyahu e dei media israeliani, il governo russo e il presidente Vladimir Putin non sono pronti a offrire alcun privilegio o garanzie di sicurezza a Tel Aviv. 

Negli ultimi anni, Netanyahu si è recato più volte a Mosca e ha chiesto ai russi di stabilire un muro di sicurezza nelle alture meridionali del Golan, il tallone d’Achille della sicurezza del regime di Tel Aviv. Nello specifico, le regioni al confine con Quneitra e Daraa erano i punti di interesse israeliano. La risposta russa è stata tuttavia negativa. Come quadro chiaro, l’attuale status israeliano è qualcosa tra la frustrazione per Washington e l’espulsione da parte di Mosca. 

di Yahya Sorbello

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