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Cicr, mancanza elettricità a Gaza colpisce sanità

Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (Cicr) ha avvertito che se le operazioni nell’unica centrale elettrica della Striscia di Gaza dovessero rimanere ferme, creerebbero ulteriori problemi al settore sanitario. 

La Croce Rossa ha riferito in un comunicato che la riduzione da otto ore di elettricità al giorno a tre o quattro ore ha aumentato il carico sul settore sanitario, che è già allo stremo a Gaza. 

L’unica centrale elettrica di Gaza è stata chiusa settimane fa, meno di una settimana dopo che il regime sionista aveva sospeso le spedizioni di carburante all’enclave palestinese presumibilmente a causa del lancio di palloni incendiari verso le parti meridionali dei territori occupati.

Gaza fa affidamento sulle spedizioni di carburante per la maggior parte del suo fabbisogno energetico. La sua popolazione di due milioni di abitanti riceve attualmente circa sei ore di elettricità seguite da un’interruzione di corrente di 10 ore. 

Sottolineando che l’interruzione di corrente renderà rende difficile l’accesso all’acqua per le persone, il Cicr ha affermato che potrebbero sorgere problemi ambientali. 

Dal 2007, la Striscia di Gaza è sotto il paralizzante blocco del regime sionista che ha privato i suoi circa due milioni di abitanti di molti beni vitali, tra cui cibo, carburante e medicine. 

L’enclave costiera soffre di una grave crisi elettrica a causa della mancanza di forniture. La Striscia di Gaza richiede circa 500 megawatt di elettricità – di cui solo 180 megawatt sono attualmente disponibili – per soddisfare le esigenze della sua popolazione.

di Redazione

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