Covid19, crisi economica e suicidi silenziosi
Il Covid19 oltre alle morti dovuti al virus sta lasciando un’altra scia di decessi che non rientrano nel conteggio dei reparti di rianimazione. Sono morti che passano in secondo piano, in silenzio, tranne che per i parenti che si ritrovano a piangere un loro caro. Non sono pochi gli italiani che si ritrovano da un giorno all’altro ad affrontare la perdita di un proprio caro che si toglie la vita per la crisi economica che sta accompagnando il Covid19.
Si potrebbe definire il “virus del lavoro”, un lavoro che manca, che non ha un orizzonte futuro nella quale proiettarsi ed è su questo piano, nella mancanza di una visione futura che molti imprenditori, soprattutto della piccola e media impresa, si trovano da soli ad affrontare un nemico invisibile. Ristoranti chiusi, bar chiusi, piccole e medie imprese chiuse, artigiani fermi con un governo che sta deludendo la maggioranza degli italiani.
Manca in un’idea di sviluppo, considerato che dal 18 Maggio la maggior parte delle piccole e medie imprese riaprirà i battenti con tutte le precauzioni del caso. Distanziamenti, controlli, sanificazioni, sono tutte spese che vanno ad aggravare il peso sul proprietario che deve mettere denari di tasca propria.
Covid19 e suicidi
Dal 2012, la Link Campus University ha raccolto ad oggi numeri che parlano da soli: 988 suicidi in totale con 717 tentati suicidi negli ultimi sette anni. È vero che dal 2012 al 2019 il coronavirus non era presente e la crisi economica è rimasta sempre presente con l’aggravio dei primi sei mesi del 2020.
Le regioni più colpite sono il Veneto e la Campania con il 15,8% ed il 13,5%. Proprio la Campania fa registrare la percentuale più alta che si accompagna al dramma dell’occupazione nel Sud. La fascia di età più colpita è quella che va dai 45 ai 54 anni con una percentuale del 34,1%, ma aumentano anche i tassi di suicidi nell’età che va dai 35 ai 45 anni con il 20% del totale con il 10% dei suicidi negli Under 34.
Dai dati si evince che nel 2012 il settore più colpito dai suicidi è stato quello degli imprenditori, ma con l’andare degli anni sono aumentati i suicidi tra i disoccupati. Tornando al periodo del Coronavirus a questi numeri vanno poi aggiunti anche quelli relativi ai tentati suicidi: 36 da inizio anno, 21 nelle sole settimane di lockdown. Proprio pochi giorni fa un 60enne in provincia di Padova è stato salvato dal suo tentativo di farla finita dovuto alla sospensione del lavoro appena iniziato e all’assenza di altre forme di reddito.
Le vittime, secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio, sono per lo più imprenditori: 14, sul totale dei 25 casi registrati nel periodo del blocco. Un numero importante che sottolinea, ancora una volta, la necessità di intervenire con misure e interventi risolutivi a sostegno del tessuto imprenditoriale.
di Sebastiano Lo Monaco