Usa privatizza preparazione al Coronavirus
Washington ha privatizzato la preparazione alla pandemia, rendendo i cittadini indifesi contro il Coronavirus. La sicurezza nazionale degli Stati Uniti in mano ai militaristi.
Il fallimento della leadership politica statunitense
L’incapacità di Donald Trump di agire con decisione per controllare la pandemia di Coronavirus ha probabilmente reso la pandemia di Covid-19 molto più letale di quanto avrebbe dovuto essere. Ma le ragioni dietro l’incapacità di mettere nelle mani degli operatori sanitari e degli ospedali attrezzature protettive e salvavita come maschere, ventilatori e respiratori sono più profonde della sconsideratezza egocentrica di Trump.
Entrambe le amministrazioni di Obama e Trump non hanno abbracciato l’idea che la protezione per una pandemia fosse importante per la sicurezza nazionale almeno quanto la preparazione alla guerra. Per decenni, il complesso militare-industriale-congressuale ha alimentato forzatamente il pubblico americano con una concezione deformata della sicurezza nazionale degli Stati Uniti focalizzata interamente sul perpetuarsi della guerra.
Coronavirus, attuale crisi negli Usa
Quasi 190mila casi di Coronavirus con quattromila decessi sono registrati negli Stati Uniti alla fine di marzo. Al centro dell’attuale crescente crisi del Coronavirus c’è una grave carenza di respiratori e ventilatori, articoli che avrebbero dovuto essere disponibili in numero sufficiente dopo la crisi dell’influenza suina che colpì il Paese nel 2009-2010, quando quasi 300mila americani furono ricoverati in ospedale e il Congresso stanziò 7,7 miliardi di dollari in finanziamenti. Ciò permise di fornire 85 milioni di respiratori e ventilatori agli ospedali di tutto il Paese, specialmente durante la seconda metà della crisi annuale. Scorte mai più rifornite, che nel 2020 si trovano talmente ridotte e insufficienti al fabbisogno dei contagiati nell’attuale pandemia.
Eppure, l’incapacità di conservare tali articoli nella scorta non fu il risultato di una mancanza di avvertimento sul grave rischio di una pandemia globale che poteva essere peggiore di qualsiasi altra dopo l’influenza spagnola del 1918. È ovvio che la frequenza e la ferocia di tali pandemie influenzali in rapida diffusione sono aumentate costantemente nel corso del 21° secolo.
La sfilata delle recenti pandemie è iniziata con la Sars nel 2002-3, è proseguita con la pandemia dell’influenza suina molto più grave nel 2009 e si è intensificata con la diffusione del Mers nel 2012. Ciascuna ha coinvolto virus influenzali. La pandemia della suina ha infettato quasi 61 milioni di americani e ricoverato in ospedale 274mila persone, causando 12.500 morti. Un’altra epidemia del virus Ebola si è diffusa in gran parte dell’Africa nel 2014-16, ma ha fatto solo una leggera comparsa negli Stati Uniti.
Interessi dei militaristi prevalsi sulla sicurezza del popolo americano
Nonostante gli avvertimenti sulla minaccia pandemica che avrebbe sconvolto l’economia e la società nel suo insieme, la responsabilità della preparazione della minaccia più significativa per la sicurezza degli Stati Uniti è stata privatizzata sia sotto le amministrazioni di Obama che di Trump. Allo stesso tempo un consenso bipartisan è emerso nello spalare 15 trilioni di dollari del denaro dei contribuenti in guerre che avevano poco a che fare con la sicurezza nazionale e si concentravano nella perpetuazione dell’impero americano.
Si sa che le burocrazie e gli appaltatori della difesa profondamente radicati dominano il governo federale. Grazie ai forti contributi e ad altri benefici per i membri del Congresso che controllano le decisoni di bilancio, lo stato di sicurezza nazionale è in grado di soddisfare facilmente le sue richieste. Al contrario non esiste un simile complesso di lobby per garantire che il Paese sia adeguatamente preparato per una pandemia.
Non è il caso che le catastrofiche conseguenze umane della mancata fornitura di questi elementi essenziali per una risposta minimamente adeguata diventino la base di un movimento politico nazionale che assuma lo stato di sicurezza nazionale facendo presa sul Congresso? Ce lo auguriamo.
di Cristina Amoroso