Arabia Saudita, migrante come disinfettante mani
L’Arabia Saudita non finisce mai di stupire quando si tratta di diritti umani violati. L’ultima perla di “umanità” di casa Saud è stata resa pubblica attraverso le foto di un lavoratore migrante costretto a “vestirsi” come macchina disinfettante per le mani nella hall del quartier generale del colosso petrolifero Saudi Aramco. Queste foto, diventate virali, hanno causato profonda indignazione. Le immagini, emerse martedì, mostrano un uomo che indossa una maschera e una scatola con la scritta “disinfettante per le mani”. Questa originale quanto offensiva iniziativa rientra nelle “misure per prevenire” la diffusione del Coronavirus.
Il dramma diritti umani in Arabia Saudita
Le immagini del migrante sono state ampiamente criticate su Twitter e definite come razziste. Purtroppo, il regime saudita è famoso per lo sfruttamento e gli abusi verso i milioni di lavoratori migranti. Ovviamente, di tutto questo in Occidente non si ha notizia. Sebbene l’Arabia Saudita abbia messo in atto alcune riforme, inclusa la pianificazione di eliminare il sistema di sponsorizzazione del datore di lavoro secondo cui i gruppi per i diritti hanno alimentato gli abusi dei lavoratori, i migranti nel Paese godono ancora di pochi diritti.
Un’e-mail a Brunswick, la società di pubbliche relazioni che rappresenta l’Arabia Saudita, è rimasta senza risposta, ma solo dopo che le immagini sono diventate virali l’Arabia Saudita ha risposto su Twitter, dichiarando la sua contrarietà a ciò che era accaduto e che aveva adottato misure per impedire il ripetersi di tali iniziative. L’affermazione, che è stata pubblicata solo sul suo account Twitter arabo, non ha chiarito chi avesse autorizzato tale vergognosa iniziative. In chiaro stile saudita, il post non includeva scuse per il migrante vittima dell’abuso.
In Arabia Saudita sono stati registrati solo 21 casi di Covid-19, la malattia causata dal nuovo Coronavirus. Il regno ha preso provvedimenti per prevenire la diffusione del virus vietando le lezioni religiose nelle moschee e sospendendo il viaggio da e verso 14 contee.
di Yahya Sorbello