Migranti, come arrivano in Italia
La questione migranti continua a rimanere all’ordine del giorno nel nostro Paese. Nell’anno 2019 sono arrivate in Italia 7032 persone e di queste solo due su otto sono arrivate con navi mercantili, Ong e guardia costiera. Il resto? È arrivato per conto proprio, su barchini e gommoni, i dati provengono dal Viminale.
I dati sono aggiornati al 25 Settembre, quindi, riguardano tutto l’anno e sono di conoscenza dell’ex inquilino del Ministero dell’Intero che però li ignora tranquillamente raccontando un’altra narrazione, più conveniente e di più semplice fruibilità. Abbiamo assistito allora ad una semplice messa in scena, una battaglia finta dove si è effettuato un braccio di ferro tra politica e Ong. Il tutto, mentre l’80% di barchini e gommoni continuano ad arrivare nelle coste italiane con il viaggio della speranza prenotato via skype e tramite pagine facebook con delle cifre che vanno dai 2mila ai 4mila euro.
L’unico rischio che queste imbarcazioni corrono è quello di essere intercettati quando sono ormai a pochi metri dalla costa, così alla guardia costiera o alla guardia di finanza non spetta altro che scortarli e farli approdare. La maggior parte delle volte, arrivano di notte in tutta tranquillità e si dileguano.
Maggior parte dei migranti non viene individuata
Anche le dichiarazioni di Salvatore Vella, il procuratore di Agrigento sono molto perentorie: “Gli sbarchi fantasma sono quelli in cui l’imbarcazione accompagna i migranti sulla spiaggia e torna indietro. Quindi, gli sbarchi non vengono per la maggior parte individuati. Il numero di approdi che conosciamo è solo una stima del totale ed è sicuramente una stima per difetto. Per gli sbarchi fantasma a volte non abbiamo neppure traccia dell’imbarcazione”.
Quella che viene sfruttata è la rotta “tunisina”, come ha affermato lo stesso Vella: “Prima i migranti si fermavano in Libia e venivano gestiti da organizzazioni libiche, ora partano dalle coste tunisine. Bisognerebbe approfondire in quel territorio se ci sono collegamenti fra organizzazioni o movimenti dei migranti. In ogni caso, oggi il traffico di migranti in Libia è la seconda voce del bilancio dello Stato libico (sempre che si possa considerare la Libia come Stato), dopo il petrolio”.
Le tratte che interessano in questo momento l’Italia sono tre: dalla Tunisia e Libia verso la Sicilia, ma anche dall’Algeria verso la Sardegna e dalla Turchia verso la Calabria. A gestire la traversata su quest’ultima tratta sono organizzazioni dell’Est Europa. Negli ultimi mesi, con una frequenza sospetta, in Calabria vengono fermati continuamente moldavi, russi e ucraini con l’accusa di essere gli scafisti di barche a vela che portano sulla nostra costa centinaia gli immigrati curdi, siriani afghani e pakistani.
Il tutto accade quotidianamente e nonostante gli anni di indagine i risultati sono pressoché nulli. Il sistema è pensato in modo che sia difficile risalire all’origine del tutto, pur arrestando lo scafista egli stesso non ha idea di chi l’abbia ingaggiato perché i contatti sono di seconda, terza mano ed avvengono su cellulare in modo tale che lo scafista non possa mai conoscere chi sta a capo dell’organizzazione.
di Sebastiano Lo Monaco