Abusi in divisa, 15 agenti penitenziari sotto inchiesta
Gli abusi in divisa nonostante i processi Cucchi e Aldrovandi non cessano, anzi, sembrano procedere indisturbati. Ultima notizia in ordine di tempo è l’indagine alla quale sono sottoposti 15 agenti della polizia penitenziaria d’istanza nel carcere di San Gimignano che stando a quanto emerso dalle dichiarazioni è uno dei peggiori penitenziari italiani. All’interno delle mura del carcere toscano si sono registrati veri e propri casi di tortura nei confronti dei detenuti. Tra le vittime un detenuto tunisino.
Reato di tortura, questa è l’accusa con la quale sono stati messi sotto inchiesta i 15 agenti della polizia penitenziaria e ad oggi sarebbe il primo caso in cui si utilizzerebbe la legge approvato negli anni scorsi. Di questi 15 agenti, quattro sono stati sospesi. In tutto ciò, l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini non ha trovato di meglio che recarsi a San Gimignano per portare solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici della polizia penitenziaria.
Innegabili come le condizioni delle case circondariali siano per la maggior parte dei casi indegne di un Paese che si vuol definire civile. Ciò non autorizza a trattare i detenuti in modo inumano sino ad arrivare alle torture. Se un agente ha dei problemi è giusto che essi non ricadano addosso a chi non ha colpa, ma qui si pone il problema culturale che si scontra con una visione sociale che vede nel “secondino” un recluso volontario.
Quello che è successo nel carcere di San Gimignano è purtroppo la solita storia di abusi, di cattiveria e di violenza su gente che sta scontando la sua pena. Dalle testimonianze si può leggere la solita dinamica: “Il ragazzo gridava di dolore, sempre più forte”, racconta un detenuto del carcere di San Gimignano.
L’11 ottobre 2018 è in isolamento. A metà pomeriggio le guardie penitenziarie vanno a prenderlo per trasferirlo da una cella a un’altra. Si presentano in massa, 15, fatto anomalo. Lui pensa di andare a fare la doccia, ha in mano un asciugamano, le ciabatte ai piedi. Lo trascinano. Il resto lo raccontano parzialmente le immagini delle telecamere interne al carcere (immagini in parte schermate dai corpi degli stessi agenti). Da lì parte un’inchiesta della procura di Siena che ora vede iscritti nel registro degli indagati 15 agenti penitenziari.
di Sebastiano Lo Monaco