Sea Watch, ennesima sceneggiata italiana
La questione della Sea Watch e del braccio di ferro instaurato dal capitano Rackete nei confronti del ministro dell’Interno Salvini sta riempendo le prime pagine dei giornali, dando adito ai leoni da tastiera di esprimere epiteti che solo attraverso uno schermo hanno modo di essere espressi.
Quello messo in atto dal ministro della “Propaganda” che dalle sue dirette facebook arringa le folle altro non è un gioco di prestigio, come negli specchi ingannatori che si trovano nei luna park l’immagine che ci viene rimandata non è quella reale, ma del tutto distorta e strumentalizzata.
L’inganno messo in atto da Salvini è molto semplice: si blocca una Ong, additata dal socio di minoranza dei 5 Stelle come “taxi del mare”, si urla uno slogan semplice, che faccia effetto e presa sullo stomaco della popolazione e per settimane si parla solo di questo, lasciando nel dimenticatoio tutte le problematiche che attanagliano una nazione allo stremo.
Quello che non passa dalla Tv e quindi non viene raccolto alla maggior parte della popolazione è che il blocco della Ong non comporta il blocco dell’arrivo degli immigrati che sino a ieri sono arrivati in Calabria e che nei giorni scorsi sono sbarcati con tutta calma nel porto di Lampedusa. Potremmo definire la strategia messa in atto da Salvini la “grande ipocrisia” visto che il Viminale cavalca da mesi lo slogan dei porti chiuse e che, come vedremo, non sono stati mai chiusi davvero.
Rimanendo nel solo mese di Giugno e all’interno della vicenda della Sea Watch, il 19 arrivano a Lampedusa 45 migranti trainati nel porto da una motovedetta della Guardia di Finanza; il 24 Giugno a Crotone arrivano 59 migranti e tre ne sbarcano ancora a Lampedusa, il tutto, mentre Salvini non trova di meglio che prendere in giro il capitano della Sea Watch definendola “Sbruffoncella”.
Quello che bisognerebbe raccontare comporterebbe fatica e smonterebbe la favoletta della faccia feroce di una nazione che, nella persona dei suoi ministri, non si è mai presentata nelle riunioni dove si sarebbe dovuto decidere il da farsi, molto più facile mandare bacioni dinnanzi a soubrette compiacenti e mute. Quello che si dovrebbe raccontare è che dall’inizio dell’anno i dati del Viminale parlano di 2.511 arrivi, di cui quasi mille nel solo mese di Giugno.
Il problema dei migranti è un fardello che l’Unione Europea sarà costretta a sobbarcarsi per i prossimi 30 anni, visto e considerato che nel continente africano la popolazione arriverà nel 2050 a due miliardi e mezzo. Il futuro non preserva nulla di buono, con una classe politica che sulle tragedie continua a costruire successi elettorali.
di Sebastiano Lo Monaco