I progressi della Resistenza palestinese travolgono Israele
L’ultima aggressione militare israeliana contro la Striscia di Gaza si è trasformata nell’ennesima débâcle per il regime di Tel Aviv. Le tensioni sono scoppiate venerdì scorso dopo che quattro palestinesi sono stati uccisi, due in un raid aereo israeliano nel sud di Gaza e due dal fuoco dei soldati israeliani durante le manifestazioni di protesta (Grande Marcia del Ritorno) vicino al recinto che separa l’enclave costiera dai Territori occupati. La sorprendente rappresaglia della Resistenza palestinese è giunta in risposta a una serie di attacchi aerei da parte di Israele contro vari obiettivi a Gaza. I raid israeliani sono iniziati sabato scorso e hanno causato la morte di 27 palestinesi, tra cui due donne incinte e due bambini. Negli attacchi sono rimasti feriti più di 150 civili palestinesi e decine di edifici residenziali sono stati distrutti.
La reazione della Resistenza palestinese
In risposta ai bombardamenti indiscriminati del regime sionista, la Resistenza palestinese ha lanciato in meno di 48 0re quasi 700 razzi causando la morte di almeno quattro israeliani e oltre 80 sono rimasti feriti.
Le Brigate al-Quds, l’ala armata del movimento palestinese del Jihad islamico, hanno svelato il loro ultimo missile prodotto internamente sparandolo contro obiettivi nei territori occupati da Israele. Il gruppo della Resistenza ha pubblicato domenica un video in cui mostra il nuovo missile, denominato Badr-3, prima di lanciarlo contro postazioni israeliane nella città di Ashkelon, che si trova a 50 chilometri a sud di Tel Aviv. Il missile trasporta una testata da 250 chilogrammi, un grande salto rispetto al suo predecessore che ha una testata da 40 chilogrammi.
Il video mostra almeno quattro missili Badr-3 che vengono lanciati la notte tra il 4 e 5 maggio. Le Brigate al-Quds hanno avvertito Israele che “ciò che verrà dopo sarà ancora più grande”.
Per quanto riguarda l’ala militare di Hamas, le Brigate Ezzedine al-Qassam, ha pubblicato un nuovo video che mostra un veicolo blindato israeliano centrato da un missile anticarro Kornet. L’attacco è avvenuto domenica in una località non dichiarata a nord della Striscia di Gaza. Hamas ha anche condotto il primo attacco di droni contro l’esercito israeliano. In un rapporto, i media israeliani hanno dichiarato che un drone di Hamas ha sparato un missile contro un convoglio militare israeliano. Nessuna notizia certa sull’entità del danno e le possibili vittime.
Ennesimo fallimento del sistema missilistico Iron Dome
Gli attacchi missilistici di Hamas e del Jihad islamico hanno dimostrato l’inutilità del sistema di difesa missilistica Iron Dome (Cupola di ferro) dal costo di miliardi di dollari, che Tel Aviv ha a lungo promosso come risposta risolutiva ai missili palestinesi. Anche se non è ancora chiaro quanti missili siano stati intercettati dal sistema, il fatto che Israele abbia rapidamente accettato accordi di cessate il fuoco sia questa volta che a novembre, dimostra la vera potenzialità della Cupola di ferro.
Di certo, gli equilibri militari tra l’entità sionista e la Resistenza palestinese sono enormemente cambiati. Se dieci anni fa le aggressioni militari di Israele contro Gaza erano delle “tranquille” mattanze contro una popolazione assediata e con pochi mezzi di difesa, oggi il regime sionista si trova a fronteggiare una Resistenza forte, preparata e ben equipaggiata. Anche in questo caso, la conferma di tutto ciò arriva dalla rapida risposta di Israele ad accettare tregua e cessate il fuoco; atteggiamenti impensabili fino a qualche anno fa. Per Israele, l’era delle vittorie schiaccianti è definitivamente finita.
di Giovanni Sorbello