Certosa di Trisulti: fuori i monaci, dentro i barbari
La Certosa di Trisulti, un monumento nazionale che appartiene allo Stato italiano può diventare la sede di un’organizzazione privata che ha la scopo di “difendere le fondamenta giudaico-cristiane del mondo occidentale? Un patrimonio culturale dell’antica regione storica della Ciociaria che raccoglie memorie storiche delle proprie tradizioni religiose, storiche, sociali, (Certosa, Monastero di San Nicola, Madonna del Sacchetto, briganti, transumanza…) può essere affittato ad un’associazione straniera nonostante una forte polemica locale e la dichiarata opposizione del sindaco di Collepardo, nel cui territorio è ubicato?
Ci ponevamo queste domande l’anno scorso nel periodo pasquale, quando, oltrepassato un bosco di querce, alle falde del Monte Rotonaria, ci accingevamo ad entrare nella Certosa di Trisulti per visitare quei luoghi magici, dedicando una giornata intera all’abbazia benedettina risalente all’anno 996. Il grande portone era aperto ed entrammo nel giardino e nella farmacia, stavamo fotografando le pitture del Balbi, quando fummo bruscamente interrotti da un giovane uomo, che con arroganza ci fece ritornare indietro in una saletta all’ingresso gremita di visitatori in attesa. Ci disse che le regole erano cambiate, che dovevamo aspettare la guida, pagare il biglietto (10 €) e rispettare il turno. Il nostro stupore si aggiungeva alle domande dei visitatori, molti dei quali tornavano indietro incupiti. Era quello il primo giorno delle nuove regole.
Come la Certosa di Trisulti è diventata “scuola di sovranismo” di Bannon
All’interno delle mura di pietra del monastero di Trisulti, da oltre otto secoli, i monaci avevano vissuto in solitudine tranquilla, pregando, leggendo e preparando rimedi medicinali con le erbe della foresta circostante.
Il Monastero, c’è da dirlo, già da tempo risultava praticamente abbandonato. A resistere appena un monaco ormai di 83 anni. Un cuoco-giardiniere di lunga data vive ancora lì, insieme a diverse dozzine di gatti selvatici. Il secondo era in ospedale. Gli altri, anziani, se n’erano già andati. L’altro residente a Trisulti era il nuovo arrivato: un inglese di 43 anni, uno dei più stretti collaboratori di Stephen K. Bannon in Europa, che spera di trasformare il monastero in una “scuola di gladiatori per guerrieri della cultura”.
Il ministero non ha esitato a consegnare il monumento all’associazione fondata e guidata da Benjamin Harnwell, “the smartest guy in Rome”, secondo la sperticata definizione di Stephen Bannon orgogliosamente inalberata sulla home page del sito dell’associazione. Sì, proprio quel Bannon: l’ex capo stratega della Casa Bianca di Donald Trump, ora grande accusatore del presidente. Un dissidio, quest’ultimo, che non turba il Dignitatis Humanae Institute, che nelle sue pagine web continua a presentare il pensiero di Trump come il proprio principale punto di riferimento, esaltandolo anzi come “uno dei pochi leader politici che difende la sopravvivenza dell’Occidente cristiano contro la sinistra nichilista”.
Posizioni condivise dai due politici italiani che fanno parte del vertice dell’associazione: Luca Volontè (ex capogruppo Udc a Montecitorio, appena assolto in un processo per riciclaggio) che la presiede, e Rocco Buttiglione. Sulle stesse posizioni teocon estreme è anche il presidente onorario del Dignitatis Humanae Institute, il cardinale Renato Raffaele Martino, che invitò Bannon a parlare in Vaticano e che scrisse una lettera (poi resa pubblica) in cui chiedeva a Papa Francesco di convincere l’allora ministro Dario Franceschini ad assegnare la Certosa proprio alla sua organizzazione.
Religione e politica
E’ giusto che un sito monumentale pubblico dell’importanza artistica e storica di Trisulti diventi la prestigiosissima base di una organizzazione politico-religiosa di questo stampo? Il Dignitatis Humanae Institute infatti è un’associazione (un think-tank per l’esattezza) fondata nel 2008 che si presenta come “un’organizzazione ecumenica fortemente ispirata alla dottrina sociale della Chiesa Cattolica che opera nella sfera politica internazionale per promuovere il concetto di dignità umana basata sulla consapevolezza che l’uomo è fatto ad immagine e somiglianza di Dio”. L’Istituto “promuove il Vangelo nella sfera politica tramite la Dichiarazione Universale della Dignità Umana”, insomma un’associazione che tramite fondamenti di matrice teologica porta avanti iniziative prettamente politiche. Il consiglio di garanzia è presieduto dal cardinale Raymond Burke, il prelato arci-conservatore statunitense, fiero oppositore di quella che lui bolla come “la svolta di sinistra” impressa da Papa Francesco alla Chiesa cattolica.
A capo di questa associazione troviamo Benjamin Harnwell, noto per essere uno dei più stretti collaboratori di Bannon, che, con il suo progetto “The Movement”, intende aiutare i partiti anti-establishment europei a coordinarsi in vista delle elezioni europee di maggio, nonché fondare una vera e propria scuola politica che formi i leader sovranisti di domani. Ed è esattamente questo il piano di Harnwell: trasformare la Certosa di Trisulti in una scuola “di populismo”, un luogo dove addestrare una nuova classe dirigente che poi possa uscire dalle aule e, da Roma a Washington, gestire la cosa pubblica all’insegna di una determinata gamma di valori.
Trisulti ai Teocon tra ombre e abusi
Insomma la Certosa di Trisulti si ritroverebbe al centro di un movimento che mescola politica e religione nel nome del verbo sovranista, scenario che a cittadini e amministrazione di Collepardo non andava affatto giù, se il 29 dicembre scorso tutta la comunità, guidata dall’associazione Comunità Solidali, affrontava protestando i 5 Km che separano il centro del paese dal Monastero, rifiutandosi di consegnare il posto a Steve Bannon perché non diventasse “braccio culturale del suo movimento sovranista”.
L’Associazione di Benjamin Harnwell, pur non avendo i requisiti richiesti dal bando, inventandosi un museo inesistente a Civita di Collepardo, (per avere i 5 anni di gestione di un bene pubblico) ha certo molti “santi” in paradiso e qualche cardinale in Vaticano.
Ci vorrà del tempo per risanare la ferita, anzi l’offesa inferta al mondo culturale e in particolare alla Ciociaria dove si parla della Certosa affittata per 5 anni di un gran “ciafruglio”, di un grande abuso contro cui si lamenta inutilmente il governatore della Regione Lazio e segretario del Pd, oggi quando al braccio culturale del movimento di Bannon si è unito il braccio economico con un maxi assegno per influenzare le politiche europee, “fondi opachi”, un fiume sotterraneo di denaro, più di 50 milioni di dollari partiti dai gruppi cristiani fondamentalisti statunitensi. Veramente un grosso “cianfruglio”.
di Cristina Amoroso