Iran, Pakistan copre terroristi per incassare aiuti sauditi
Negli ultimi anni si è registrato un drammatico aumento degli attacchi terroristici lungo i confini dell’Iran, soprattutto quelli con il Pakistan e l’Afghanistan.
A tal proposito, ciò che ha catturato l’interesse dei media è stato il commento dell’ex capo generale del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (Irgc), Mohammad Ali Jafari, che ha dichiarato che Teheran “sta esaurendo la pazienza con l’insidiosa Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti“, entrambi dietro una serie di attacchi terroristici contro le forze iraniane. Ha dichiarato che la Repubblica Islamica non tiene più le precedenti considerazioni e prenderà direttamente misure severe per rappresaglia del “sangue dei nostri martiri”.
L’Iran accusa il vicino Pakistan di ospitare le fazioni terroristiche anti-iraniane che assaltano i posti di confine nell’est del Paese. Il corpo dei Pasdaran ha già avvertito che il Pakistan “pagherà un prezzo alto” per la sua ignoranza degli attacchi anti-iraniani lanciati dai suoi territori.
L’attacco diretto dell’Irgc all’Inter-Services Intelligence (Isi) pakistana come agenzia coinvolta nell’attentato di Zahedan, nasce dal fatto che i servizi segreti pachistani hanno il sopravvento su esercito e istituzioni del Pakista, soprattutto su questioni legate alla sicurezza. Il generale Jafari ha indirizzato un messaggio a Islamabad, informandola che la Repubblica Islamica è pienamente consapevole di chi sia il “decisore” in Pakistan se ignorare o bloccare le azioni terroristiche contro il suo vicino Iran.
Il Pakistan non sradica le fazioni anti-iraniane sul suo territorio per precisi interessi con altri Paesi della regione. L’Isi, che è la massima forza Paese, ha ampi contatti con un certo numero di Paesi arabi, in particolar modo con l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. A livello internazionale, l’Isi è strettamente collegato al Servizio di intelligence centrale degli Stati Uniti (Cia). La cooperazione con la Cia ha finora conosciuto molti alti e bassi, soprattutto quando si tratta del caso dell’Afghanistan.
Il Pakistan non sta cercando di danneggiare gli interessi iraniani, gli uomini della sicurezza pakistana e i politici non hanno motivo di ostilità nei confronti dell’Iran. Il punto è che il Paese ha bisogno di aiuti da parte dei regimi arabi reazionari come l’Arabia Saudita. Questi regimi finanziano i terroristi che si nascondono in Pakistan. I funzionari pakistani, approfittando dei generosi supporti arabi, chiudono un occhio sui gruppi terroristici. Ciò rende il Pakistan un trampolino di lancio adatto per gli attacchi contro l’Iran.
Alle ferme proteste dell’Iran, il Pakistan ha risposto con reazioni poco incisive, collaborando timidamente con Teheran. Per esempio, ha estradato un certo numero di terroristi della fazione del terrorista Rigi che si rifugiano nei territori del Pakistan. I pakistani hanno anche contribuito alla liberazione di 5 delle 14 forze di confine iraniane rapite dai terroristi. Ma la questione importante è che il Pakistan finora ha rifiutato di intraprendere azioni ferme contro di loro. L’Isi a quanto pare sa dove si trovano e potrebbe facilmente agire. Ma i sostenitori di questi gruppi, in cima all’Arabia Saudita, vogliono che il Pakistan mostri tolleranza verso questi gruppi.
Iran potrebbe rispondere militarmente
Come più volte sottolineato dai comandanti militari, l’Iran potrebbe tranquillamente rispondere agli attacchi dei terroristi. La Repubblica Islamica ha enormi capacità nelle aree militari, di intelligence, diplomatiche e un enorme potere d’influenza in tutta la regione. Finora la politica iraniana si è basata sul rispetto verso i vicini evitando escalation di tensione con loro. Il Pakistan non fa eccezione. Questo principio è stato il motivo principale per guidare la pazienza iraniana con le carenze di sicurezza del Pakistan. I terroristi hanno abusato di questo comportamento pakistano e sono divenuti più aggressivi.
L’Iran apparentemente esaminerà tutte le scelte disponibili e chiederà inoltre a Islamabad di intervenire con decisione contro le milizie anti-iraniane. Ma se il Pakistan continua a mostrare clemenza con loro, l’Iran può avviare azioni diplomatiche attraverso le organizzazioni internazionali, oltre a rivedere la sua politica regionale.
Basandosi sulla sua potenza militare e sul predominio dell’intelligence regionale, l’Iran può essa stessa intraprendere azioni serie contro il terrorismo che è un diritto legale e conforme al diritto internazionale. Naturalmente, la scelta migliore è la cooperazione di Islamabad con Teheran per respingere i rischi terroristici della regione. Speriamo che la parte pakistana persegua seriamente la collaborazione con l’Iran.
di Giovanni Sorbello