Usa in Siria, dopo il fallimento preparano la ritirata
Gli Usa hanno una storica tradizione nel saper presentare una clamorosa sconfitta come un falso successo. E’ accaduto ieri con il presidente Donald Trump che, dopo aver dichiarato la “vittoria” contro i terroristi Daesh (creatura Usa) in Siria, ha confermato la volontà di procedere con la ritirata delle truppe americane. Un annuncio che tanto ricorda quello fatto dall’ex presidente americano George W. Bush il 1° maggio del 2003 a bordo della portaerei Uss Lincoln, in cui annunciava la fine delle operazioni militari più importanti in Iraq.
I funzionari Usa hanno riferito alla Reuters che gli Stati Uniti stanno valutando il ritiro di tutte le sue truppe dalla Siria, mentre si avvicina la fine della presunta campagna militare a guida Usa per combattere il gruppo terroristico dell’Isil.
La decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di voler ritirare le truppe americane dalla Siria, lascia scontenti diversi alti funzionari statunitensi del Pentagono. Ad oggi, Washington non ha chiarito quali tempi avrà il ritiro. La Reuters ha inoltre affermato che il Pentagono e la Casa Bianca non hanno voluto commentare le notizie. A tal proposito, un funzionario della Difesa degli Stati Uniti ha dichiarato ieri alla Cnn che è in corso una pianificazione per un ritiro “completo” e “rapido” delle truppe statunitensi dalla Siria.
Gli Stati Uniti hanno ancora circa duemila forze operative speciali con il presunto scopo di aiutare le milizie curde e arabe conosciute come le Forze democratiche siriane nella lotta contro l’Isil.
Anche la Russia ha rilasciato una dichiarazione in merito alla presenza americana in Siria. Il ministero degli Esteri russo ha riferito ieri in una dichiarazione alla stampa che la presenza delle truppe statunitensi in Siria è illegale e sta diventando un pericoloso ostacolo alla ricerca di un accordo di pace.
La delusione curda
La decisione “improvvisa” degli americani lascia una profonda delusione tra gli alleati storici curdi, da sempre marionette al servizio degli Usa. E’ una “pugnalata alla schiena“, afferma una fonte militare delle Forze democratiche siriane.
Crimini Usa in Siria
Nel settembre del 2014, gli Stati Uniti e i loro alleati hanno avviato una campagna militare in Siria senza alcuna autorizzazione da parte del governo di Damasco o un mandato delle Nazioni Unite. Avviata ufficialmente come operazione militare contro i gruppi terroristici, nella realtà ha rappresentato un sostegno alle forze terroristiche attive sul campo. Con il pretesto di attaccare le forze Isil, la coalizione americana ha compiuto innumerevoli massacri contro la popolazione civile siriana, colpendo spesso anche le truppe governative di Damasco.
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di Giovanni Sorbello