Macron, Trump e il futuro dell’Iran
La sparatoria nella città francese di Strasburgo è stata un tentativo folle per affrontare la profonda crisi sociale e politica che il governo Macron sta attraversando.
Come previsto, il ministro degli Interni francese Christophe Castaner ha annunciato che il “terrorista”, che “apparentemente” era responsabile della sparatoria a Strasburgo, alle 9 di giovedì 13 dicembre è stato ucciso in uno scontro a fuoco con tre poliziotti. Poco dopo, l’Isis ha puntualmente rilasciato una dichiarazione, rivendicando la responsabilità per le sparatorie e le uccisioni di Strasburgo.
L’estensione e la profondità della crisi in Francia è tale che non consente la creazione di una tesa sicurezza e repressione con il pretesto del “terrorismo”. Al contrario, lo scenario di Macron e Castaner, che, a prescindere dalle sue tragiche dimensioni umane, assomiglia alle commedie di Louis de Funès, accentua la gravità della crisi.
Scenari americani
Giovedì scorso, il Senato degli Stati Uniti ha condannato all’unanimità il principe ereditario saudita Mohammad bin Salman per l’omicidio di Jamal Khashoggi, ed ha invitato Trump a porre fine al sostegno all’aggressione militare saudita nello Yemen. Questo rappresenta un grande cambiamento nella politica degli Stati Uniti che si è verificato negli ultimi giorni del 115° Congresso, un congresso che è diretto sia dal Senato che dalla Camera dei Rappresentanti sotto il controllo del Partito Repubblicano. Ciò dimostra che Trump sarà fortemente influenzato dall’avvio del 116° Congresso Congressuale il 3 gennaio 2019, dove la Camera dei Rappresentanti sarà controllata dal Partito Democratico.
Inoltre, vi è preoccupazione per il mercato azionario statunitense. L’attuale curva del rendimento inverso indica che il numero di depositi bancari a breve termine è superiore ai depositi a lungo termine. Gli analisti finanziari considerano la curva dei rendimenti invertiti una seria indicazione della probabilità di una recessione e di una crisi finanziaria perché riflettono la mancanza di fiducia degli americani nel futuro dei loro risparmi bancari.
Di conseguenza, alcuni analisti prudenti, come Michael Wilson, stratega presso Morgan Stanley Bank, hanno previsto una flessione del mercato del 50% nel 2019. In tal caso, l'”età dell’oro“, che è iniziata nel secondo semestre del 2009, con il primo anno dell’amministrazione Obama, conclusa nei primi due anni dell’amministrazione Trump. Tali condizioni avranno gravi implicazioni per la politica estera degli Stati Uniti.
Ciò offrirà ancora una volta all’Iran un’opportunità storica di lavorare a fianco della sua politica estera dinamica e delicata, con l’avvento di fondamentali riforme interne, per modernizzare un sistema economico vecchio di quarant’anni.
di Giovanni Sorbello