Assassinio di Arafat approvato dai sauditi
“La morte del leader dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp), Yasser Arafat non è stata naturale ma è stato effettivamente assassinato, con l’Arabia Saudita che ha approvato la decisione di assassinarlo”, ha rivelato un ex consigliere di Arafat. Il defunto leader palestinese, che guidò una lotta armata contro Israele alla fine degli anni ’60, morì di cause sconosciute in un ospedale vicino alla capitale francese, Parigi, l’11 novembre 2004 all’età di 75 anni.
Nel corso di un’intervista esclusiva con l’agenzia di stampa palestinese Shehab, Bassam Abu Sharif, ha dichiarato che l’ex presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, ha contattato i funzionari sauditi dopo un incontro con l’ex primo ministro israeliano Ariel Sharon, durante il quale è stata discussa la liquidazione di Arafat, e le autorità saudite acconsentirono.
Abu Sharif ha proseguito dichiarando che il regime di Riyad ha approvato l’assassinio di Arafat perché lo considerava un ostacolo per l’iniziativa di “pace araba”, che prevedeva una cosiddetta soluzione a due Stati per il conflitto israelo-palestinese.
“Sharon ha incontrato Bush alla Casa Bianca e gli ha detto che non poteva più mantenere la sua promessa di non attaccare fisicamente Yasser Arafat, perché era una figura di spicco del terrore e collaborava con Hamas, e che le operazioni di Hamas erano state portate avanti con l’approvazione e benedizione di Arafat”, ha sottolineato il membro anziano dell’Olp. Abu Sharif ha sottolineato che Bush ha contattato i funzionari sauditi il giorno seguente e li ha informati della questione, e il regime di Al-Saud ha accettato la decisione di assassinare Arafat.
Il consigliere del defunto leader palestinese ha evidenziato che il suo nuovo libro, intitolato Salty Fish, contiene molti segreti sull’assassinio di Arafat; Sheikh Ahmed Yassin, ex leader del movimento di Resistenza palestinese Hamas, che è stato ucciso in un attacco aereo israeliano nel 2004; così come sull’anziano membro di Hamas, Mahmoud al-Mabhouh, che è stato trovato morto nella sua stanza d’albergo a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, nel lontano 2010.
Nel 2012, la vedova di Arafat, Suha, ha presentato una denuncia legale in Francia, sostenendo che suo marito era stato assassinato mentre si trovava all’ospedale militare di Mercy vicino a Parigi nel 2004. Era stato trasferito all’ospedale il mese precedente per diarrea e vomito. Secondo i medici francesi, è morto per un ictus massiccio, anche se l’origine della sua malattia era sconosciuta.
La tomba di Arafat a Ramallah venne aperta lo stesso anno per consentire a tre squadre di investigatori francesi, svizzeri e russi di poter raccogliere campioni per le indagini. Una successiva indagine francese non ha trovato prove di avvelenamento. Tuttavia, indagini separate effettuate da esperti svizzeri e russi hanno scoperto che Arafat è stato avvelenato con il polonio.
La maggior parte dei palestinesi crede che Israele abbia avvelenato Arafat. Tuttavia, il presidente palestinese Mahmoud Abbas e il suo rivale di lunga data, Mohammed Dahlan, si sono accusati reciprocamente di complicità nella morte di Arafat.
Alcuni Paesi arabi stanno facendo pressioni sul presidente dell’Olp per permettere a Dahlan, che è stato in esilio negli Emirati Arabi Uniti, di tornare in Cisgiordania, tra chiacchiere su chi succederà ad Abbas. A maggio, l’agenzia online Middle East Eye ha riferito che Israele, gli Emirati Arabi Uniti, l’Egitto, la Giordania e l’Arabia Saudita stavano progettando di rovesciare Abbas e sostituirlo con Dahlan. L’agenzia stampa ha citato fonti non identificate palestinesi e giordane affermando che gli Emirati Arabi Uniti hanno discusso l’iniziativa con Israele.
di Giovanni Sorbello