Italia nega visto ad artista iraniana impegnata nella ricostruzione dell’Aquila
All’artista iraniana Carmel Maleki, che avrebbe dovuto rappresentare l’Iran in un evento internazionale per ricostruire la città colpita dal terremoto dell’Aquila in Italia, è stato negato il visto per visitare il Paese europeo. Maleki è tra gli artisti grafici che sono stati selezionati da tutto il mondo per prendere parte al progetto internazionale “Rebirth” per ricostruire la città italiana di L’Aquila, distrutta in un terremoto nel 2009.
Maleki era pronta a rappresentare la Repubblica islamica nel progetto, ma ha perso l’occasione a causa della decisione dell’ambasciata italiana di negarle il visto. Il progetto Rebirth è una iniziativa pubblica per ricostruire la città di L’Aquila. Gli artisti partecipanti progettano un monumento per la città in sostituzione della chiesa cattedrale dell’Aquila, che è stata distrutta durante il terremoto.
“Il progetto è basato su scambi culturali. Otto artisti provenienti da cinque Paesi – Cina, Finlandia, Italia, Francia e Iran – sono stati scelti per implementare il progetto sotto la supervisione di uno dei più famosi architetti del mondo”, ha dichiarato Maleki. Il suo progetto selezionato è una combinazione di pittura e mitologia tradizionale iraniana.
“L’Aquila significa aquila in italiano. Ecco perché ho usato un ritratto di un’aquila nel mio disegno. Il ritratto dell’aquila era in passato uno dei temi principali della nostra bandiera nazionale. Loto è un altro simbolo che ho usato nel mio design. Il fiore è ampiamente visto come il simbolo di crescita e perfezione. È in linea con il messaggio principale del progetto Rebirth”, ha dichiarato l’artista. Carmel ha riferito che ha anche usato un ritratto di un guardiano achemenide, un leone come simbolo del potere e un cavallo come simbolo di salute e felicità.
Riferendosi agli ostacoli per la realizzazione del suo design, Maleki ha dichiarato che ci vogliono quasi 15 giorni per attuarlo. “La maggior parte degli artisti grafici ha accolto calorosamente il mio progetto. Il rappresentante della Cina mi ha detto che il mio design si rivolge alle anime delle persone”. Maleki ha usato il colore ciano come simbolo dell’Iran. “Ho cercato di usare gli antichi elementi iraniani perché è stato molto significativo per me mettere in evidenza lo status dell’Iran nel progetto”.
L’artista iraniana ha poi fatto riferimento ai problemi creati per lei per visitare l’Italia per prendere parte al progetto e ha detto che l’ambasciata italiana a Teheran ha rifiutato di rilasciare il suo visto, anche se aveva l’invito ufficiale a portata di mano. “Ecco perché non sono riuscita a prendere parte al progetto internazionale. L’approccio dell’ambasciata italiana verso questo evento internazionale è molto strano per me, perché il progetto è direttamente connesso con l’identità culturale e storica del Paese”, ha aggiunto la giovane iraniana.
Secondo Maleki, la cattiva gestione della questione rivela l’indifferenza dell’ambasciata italiana nei confronti della diplomazia e delle relazioni culturali tra le nazioni che possono promuovere la pace e l’amicizia nel mondo.
“Sfortunatamente a causa della cattiva gestione dell’ambasciata italiana, ho perso la possibilità di partecipare alla cerimonia di apertura del progetto Rebirth, tenutasi il 18 agosto. Altri artisti da tutto il mondo hanno espresso la loro protesta contro l’errata gestione della questione da parte dell’ambasciata, definendolo un insulto lo status di artisti. Finora, 70 artisti hanno firmato una lettera di protesta contro l’ambasciata italiana a Teheran”, ha osservato l’artista iraniana.
di Giovanni Sorbello