Cantante israeliana Noa con bandiera No Muos, è polemica
Di Muos si parla già da tempo, il più grande sistema radar della Marina Militare statunitense in fase di costruzione a Niscemi, provincia di Caltanissetta (Sicilia). I giornali nazionali ed i più importanti quotidiani stranieri, hanno incominciato a diffondere la notizia quando già il nostro stivale a stelle e strisce aveva firmato il protocollo d’intesa con gli Usa al fine di autorizzare i lavori per la realizzazione di un impianto i cui rischi per la salute umana erano stati presentati da tanti studiosi e scienziati.
Diversi sono stati gli artisti ed i personaggi pubblici che hanno messo a disposizione la propria popolarità per informare i propri seguaci sulla dannosità del Muos in Sicilia: da Fiorello alla Mannoia, dal filosofo statunitense Chomsky ad altri 20 intellettuali americani pronti a dire No alla guerra, simbolo di questo strumento.
Quando però, a sventolare fiera una bandiera No Muos, è la cantante israeliana Achinoam Nini, meglio nota come Noa, allora il silenzio diventa contestazione da parte di chi non dimentica il suo passato come il presente che regna nell’eterna occupazione dei territori palestinesi.
Ospite d’eccezione pochi giorni fa a Palermo, dove ha visitato il centro di accoglienza per donne rifugiate, la cantante si è poi esibita al Teatro Massimo in nome di un “dialogo interculturale” volto a valorizzare ciò che sta dietro la parola “integrazione”.
“Voglio ricordare tutti i conflitti presenti nel mondo con la citazione che si trova al museo della Shoah di Gerusalemme che ammonisce sull’origine delle grandi tragedie spiegando che avvengono non solo perché i cattivi fanno qualcosa, ma anche perché i buoni non fanno niente”, ha riferito la stessa Noa in un’intervista. Peccato però che è il termine “cattiveria” ad essere troppo spesso interpretato a proprio piacimento, scavalcando quelle scelte di vita intraprese in nome di una convenienza ben più grande della scomoda coerenza etica.
Ecco perché il Comitato di base NoMuos/NoSigonella – Catania si è sentito immediatamente di contestare l’azione della cantante israeliana pronta a farsi fotografare con la bandiera No Muos, la stessa che “ durante la famosa operazione Piombo fuso a Gaza del 2009, scrisse una lettera aperta alla popolazione palestinese, in cui non mancò di definire Hamas come un cancro da estirpare con ogni mezzo, in quanto vessillo del fanatismo e dell’integralismo, giustificando così l’intervento israeliano doloroso ma necessario”. Operazione criminale che uccise ben 1500 palestinesi, di cui 500 tra donne e bambini.
Gli attivisti siciliani del movimento No Muos credono infatti “che Noa sia a conoscenza di tutto questo, che sappia a cosa serva il Muos, che conosca benissimo l’utilizzo che sarà fatto di questo impianto: guidare i Droni che bombarderanno anche i territori palestinesi”, come si legge in una nota dello stesso comitato.
Dunque, invitando i nostri lettori a riflettere, cosa rappresenta un concerto in nome della pace con alle spalle una bandiera No Muos, quando poi si giustificano crimini che anche le comunità internazionali tentennano a condannare? Il pesce grande sarà sempre il cacciatore di quello più piccolo finché saremo noi a continuare a vedere immobili lo stesso “spettacolo”.
di Redazione