60 martiri della Guerra Imposta tornano in Iran
I resti dei corpi di 60 martiri anonimi iraniani caduti durante l’atroce Guerra Imposta tra Iran e Iraq (1980-88) sono stati restituiti ieri all’Iran. I corpi dei martiri sono stati portati a Qasr-e Shirin attraverso il confine di Khosravi nell’ovest dell’Iran, ha dichiarato il governatore della città iraniana, Morad Ali Tatar.
I militari caduti sono stati martirizzati nella provincia orientale irachena di Diyala nel 1986, ha dichiarato Morad Ali Tatar. Il funzionario iraniano ha aggiunto che i corpi dei martiri, che sono stati consegnati all’Iran in cambio dei corpi di 700 iracheni, saranno trasferiti a Teheran per essere identificati.
Qasr-e Shirin, nella provincia iraniana occidentale di Kermanshah, fu sotto l’occupazione delle forze irachene per due anni durante la Guerra Imposta. La guerra tra l’Iran e l’Iraq si concluse nel 1988 in seguito ad un intervento dell’Onu che ripristinò i confini precedenti all’inizio della guerra.
Nell’agosto del 1988, dopo otto anni di una Guerra Imposta al popolo iraniano e dopo la morte di oltre 1.5 milioni di uomini e donne (per il 60% iraniani) e 1,700mila feriti, la risoluzione 598 dell’Organizzazione delle Nazioni Unite con la sua proposta di cessazione delle ostilità, fu accettata dai due Paesi.
L’odio verso l’Iran accese la guerra
Lo scorso marzo, l’ayatollah Khamenei ha spiegato anche le cause che portarono alla guerra degli otto anni, affermando che: “L’animosità delle potenze arroganti contro la Repubblica islamica ha portato alla guerra di Saddam contro l’Iran. La ragione dietro la guerra iniziata dal regime Baath di Saddam è stata la grandezza della Rivoluzione. Quando è avvenuta la Rivoluzione, la sua grandezza ha spaventato i potenti del mondo. D’altra parte, quando hanno visto che questa Rivoluzione è stata accolta con favore tra le altre nazioni musulmane e nei Paesi anti-imperialisti, questo consenso ha portato i nemici a tentare di distruggere questa Rivoluzione ad ogni costo”.
Il leader iraniano ha affermato: “I nemici sapevano che Saddam era una personalità con tendenze a muoversi in modo aggressivo e arrogante. Al tempo della Rivoluzione iraniana, Saddam non era il presidente dell’Iraq, ma i nemici procedettero in un modo per mettere da parte Hassan al-Bakr e rendere Saddam il presidente al fine di incitarlo, incoraggiarlo e costringerlo a iniziare un attacco militare contro l’Iran”.
Khamenei ha concluso le sue osservazioni, dichiarando: “La magnificenza e il sacrificio della nostra gioventù hanno messo fine alla guerra, rendendo più forte la Repubblica islamica; questa è l’identità della Sacra Difesa, che dobbiamo salvaguardare in ogni momento e ad ogni costo”.
di Giovanni Sorbello