Black Axe, la Cosa Nostra nigeriana
Si chiama Black Axe e funziona come Cosa Nostra. Negli ultimi anni la mafia nigeriana è finita nel mirino di diverse Procure italiane.
L’organizzazione criminale agisce in base a dinamiche di tipo verticistico-piramidale, sul modello ormai tristemente noto di Cosa Nostra. A Palermo, ad esempio, è decisivo proprio il ruolo territoriale di Cosa Nostra che, consentendo al gruppo criminale nigeriano di gestire tutta una fetta di mercato illecito, ne ha di fatto determinato la crescita e l’espansione a Palermo.
Nata come una confraternita religiosa di nove studenti dell’università di Benin City sul finire degli anni ’70, Black Axe, negli anni si è trasformata in uno dei più sanguinosi e famigerati gruppi criminali transnazionali dedita allo spaccio di droga, al traffico di esseri umani e alla prostituzione. Il suo simbolo è un’ascia nera (black axe, appunto) che spezza le catene ai polsi di uno schiavo.
I cerimoniali di reclutamento e di affiliazione sono particolarmente cruenti e la particolarità è che a Black Axe non ci si arruola, ma è l’organizzazione a scegliere gli elementi più adatti, in base alla loro propensione alla violenza più spietata e alla cieca obbedienza alle regole criminali imposte dai vertici.
Oramai noti sono i suoi rapporti con gruppi criminali di tutto il mondo, tra cui l’altrettanto feroce yakuza giapponese e la specializzazione in tutta una serie di cyber reati come frodi informatiche, truffe on line e trasferimenti via web di denaro sporco.
Ruoli all’interno di Black Axe
I ruoli all’interno di Black Axe sono ben definiti e regolamentati, con capi, ministri e soldati, una sorta di piccolo Stato fondato sull’illecito e sul sangue. Non di rado si fa ricorso a rituali vudù per ottenere l’obbedienza e l’omertà da parte di affiliati e collaboratori, specialmente quella delle prostitute minacciate continuamente dalle maledizioni di magia nera di matrone e protettori.
di Massimo Caruso