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Niscemi: Muos… il fatto non sussiste

La vicenda Muos non finisce mai di stupire in negativo, la notizia che fa gridare allo scandalo le varie associazioni di volontari che si adoperano nel territorio di Niscemi è che il dirigente della Regione Siciliana, Giovanni Arnone, e altri tre titolari di impresa che avevano operato nel cantiere del Muos a Niscemi, avendo scelto il rito abbreviato sono giunti alla sentenza che è lapidaria: assolti perché il fatto non sussiste e rigetto della richiesta di confisca della struttura.

Si conclude così il primo processo, avviato con rito abbreviato, sul Muos di Niscemi. Il procedimento che ha preso avvio presso il tribunale di Caltagirone vedeva imputati un dirigente della Regione Siciliana e tre imprenditori accusati di abusivismo edilizio e violazione della legge ambientale per la costruzione del sistema di comunicazione militare. La Procura aveva richiesto per i quattro imputati un anno di carcere e 20mila euro di ammenda ciascuno oltre la confisca della struttura.

Secondo l’accusa, sostenuta dal procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, l’impianto era stato realizzato senza la prescritta autorizzazione, assunta legittimamente o in difformità da essa. La tesi della Procura è che il sito dove sono state installate le parabole per la comunicazione satellitare militare Usa non sarebbe mai dovuto essere autorizzato, perché ricade in un’area di inedificabilità assoluta. Il dirigente Arnone, anche lui assolto, è invece colui che materialmente ha apposto la sua firma sugli atti che hanno dato il via libera alla realizzazione del Muos.

Goffredo D’Antona, legale di parte civile si è limitato a dire di aspettare e leggere le motivazioni della sentenza, stessa cosa che si è promessa di fare la Procura che attenderà il deposito della documentazione dove verranno illustrate le ragioni dell’assoluzione; leggendo le motivazioni si capirà se vi sono gli estremi per presentare un eventuale ricorso. Ad essere indignate e sorprese  anche le aderenti del movimento Mamme No Muos di Caltagirone; molte non si aspettavano una sentenza del genere ma a fare indignare maggiormente è quel “il fatto non sussiste”, ritenuto oltremodo offensivo per tutti coloro che hanno lottato contro la scelta della costruzione del Muos.

Una sentenza già scritta

Innegabile che la sentenza abbia creato molto malcontenti, vista alla luce della condizione burocratica nella quale versa l’Italia dove pratiche burocratiche infinite impediscono la creazione di una veranda o l’allargamento di un balcone, una nazione che si conferma suddita delle decisioni prese oltre oceano come la storia insegna.

Purtroppo c’è da constatare come l’indignazione sia vissuta solo da chi ha veramente non solo lottato ma vissuto sulla propria pelle le vicende del Muos. A livello nazionale la vicenda è passata in sordina, si continua invece a blaterare di sovranità nazionale limitandola a slogan da campagna elettorale come “Prima gli italiani”, mentre nelle aule di tribunale la nazione rimane afona, surclassata da interessi maggiori e preponderanti.

di Sebastiano Lo Monaco

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