Hezbollah, Borkan il nuovo terrore per Israele
Beirut – Terrorizzato dal crescente potere di Hezbollah, il regime israeliano è alla ricerca di una soluzione per difendersi dai temutissimi proiettili di mortaio Borkan (Vulcano) dei gruppi della Resistenza libanese.
L’entità israeliana ha assicurato i cittadini israeliani di essere in grado di neutralizzare la minaccia derivante dai tunnel sotterranei di Hamas, attraverso i quali il gruppo della Resistenza palestinese porta avanti le sue eroiche operazioni contro il regime di Tel Aviv. Tuttavia, per l’establishment militare israeliano, Hezbollah rappresenta la più grande minaccia che deve ancora trovare una soluzione, per non parlare della crescente esperienza e dell’arsenale militare del gruppo.
Durante il tentativo di risolvere la situazione del tunnel, l’entità israeliana ha speso circa circa tre miliardi di dollari per il Nis, per edificare quello che è stato definito il muro sotterraneo costruito attorno al recinto di confine con la Striscia di Gaza lungo 65 chilometri, oltre ai circa 1,2 miliardi per le classifiche soluzione tecnologiche.
Il cosiddetto Coordinatore delle attività di governo nei Territori occupati, Maggiori Generale Yoav Mordechai ha dichiarato domenica scorsa che la soluzione al problema dei tunnel che sembrava intrattabile solo tre anni e mezzo fa è impressionante su scala globale, aggiungendo che le risorse necessarie sono state assegnate per l’implementazione della soluzione.
Per ora, i funzionari militari dell’entità israeliana stanno sollecitando la preparazione per quella che hanno definito la prossima minaccia, i pesanti razzi Borkan di Hezbollah. I gusci di mortaio di Borkan hanno una portata di circa cinque chilometri, ma possono trasportare da 200 a 500 chilogrammi di esplosivo ad alto potenziale. Questi razzi potrebbero causare enormi danni alle basi militari e alle colonie lungo il confine settentrionale con il Libano.
Di conseguenza, l’establishment militare del regime israeliano trova della massima importanza affrontare questa minaccia ora, piuttosto che attendere la prossima guerra e le devastanti conseguenze che ne seguiranno.
di Redazione