Elezioni iraniane, il risveglio del fronte conservatore
Siamo al rush finale per quanto riguarda le prossime elezioni iraniane. Negli ultimi giorni il fronte conservatore, sempre afflitto da divisioni tra fazioni, sembra compattarsi intono al nome del religioso Seyyed Ebrahim Raeisi.
Per quanto riguarda i candidati conservatori c’è da registrare un colpo di scena, seppur preventivato, che riguarda la decisione di Qalibaf di ritirarsi dalla competizione e appoggiare Seyyed Ebrahim Raeisi. Il religioso sciita ex magistrato, in passato è stato procuratore generale, vice capo della magistrature, e alla guida di diversi enti di controllo legati alla magistratura. Attualmente è a capo dell’ente che gestisce il mausoleo dell’Imam Reza a Mashhad, la Astane Qods Razavi. E’ il candidato preferito dall’ala più conservatrice e religiosa del Paese e dai Basiji, anche numerosi Ulema di Qom hanno dichiarato il loro appoggio a Raeisi.
Sulla rete sono circolate persino foto di Pasdaran impegnati in Siria che hanno dichiarato il loro appoggio a lui. Ha ottenuto anche l’appoggio di Said Jalili, ex segretario del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale e capo negoziatore iraniano sul dossier nucleare prima dell’amministrazione Rouhani, nonchè ex comandante giovanissimo durante la guerra contro l’Iraq di Saddam Hussein. Inizialmente aveva intenzione di candidarsi, ma all’ultimo momento ha rinunciato per dare il suo appoggio a Raeisi.
Jalili si candidò anche alle precedenti elezioni iraniane ottenendo quattro milioni di voti. Jalili è visto come un duro e puro all’interno del panorama politico iraniano. C’è da dire che nonostante l’appoggio dell’ala più conservatrice, dei Basiji e di Jalili, Raeisi come persona è molto pacata e in passato non è stato coinvolto in diatribe politiche. A dimostrazione di ciò, nei tre dibattiti tv tra i candidati svoltisi nelle ultime due settimane ha mantenuto un atteggiamento pacato al contrario di tutti gli altri. E’ un personaggio fortemente contrario alla corruzione economica che ha fortemente combattuto durante gli anni da magistrato. Inoltre, per vari motivi, gode dell’appoggio delle fasce più povere della società. Prima di tutto perchè è un religioso sciita; infatti in Iran, le fasce meno ricche e residenti nelle piccole città e nei villaggi sono tendenzialmente più religiose; secondo, per la sua politica anticorruzione e il lavoro di beneficenza svolto dall’amministrazione del mausoleo dell’Imam Reza in tutto il Paese.
L’altro candidato conservatore è Mostafa Mir Salim, ex ministro nei primi anni dopo la Rivoluzione (adesso ha 70 anni), personaggio legato al mondo dell’università e al bazar, cioè i conservatori tradizionali borghesi, che si differenziano dai conservatori alla Jalili che sono più giovani, Basiji, reduci cioè l’ala più movimentista dei conservatori. I conservatori tradizionali sono perlopiù benestanti borghesi, che una volta avevano in mano parte del bazar ed ora, con l’evolversi dell’economia, hanno in mano parte dell’economia iraniana in concorrenza con i riformisti e con i seguaci di Rafsanjani (sia Rafsanjani che Rouhani provengono proprio dalla destra tradizionalista e del bazar, ma poi si sono allontanati per avvicinarsi ai riformisti).
Comunque, Mir Salim non ha possibilità di vincere dai sondaggi e quindi ci si aspetta che entro i prossimi giorni anche lui si ritiri a favore di Raeisi che, come detto, gode dell’appoggio degli Ulema di Qom che hanno forte presa sui conservatori tradizionali del bazar.
In base agli ultimi sondaggi i voti di Qalibaf e Raeisi superano quelli di Rouhani e del suo vice messi insieme, e nella maggior parte dei sondaggi superano anche il 50 percento, quindi il religioso potrebbe vincere al primo turno (in Iran se nessuno dei candidati non raggiunge il 50 percento più uno dei voti si va al ballottaggio). Il risultato delle prossime elezioni iraniane avrà un fortissimo riscontro in politica nazionale, ma soprattutto in tutto il Medio Oriente, dove l’Iran ha oramai un ruolo di primo piano.
di Redazione