Al Bab: gli aerei russi soccorrono i turchi in difficoltà
Ad Al Bab, l’Operazione Scudo dell’Eufrate s’è impantanata dinanzi alla resistenza dell’Isis; i turchi e i “ribelli” da loro sostenuti sono stati respinti sanguinosamente dinanzi alla città a nordest di Aleppo, malgrado l’enorme potenziale messo in campo.
Negli scontri avvenuti prima di Natale, i daesh avrebbero ucciso almeno 16 soldati turchi e feriti altri 11, ma quello che mette seriamente in dubbio le capacità belliche dell’Esercito di Ankara (che sta mandando altri rinforzi nella zona di Al Bab), è il fatto che i takfiri siano riusciti a catturare 2 Leopard 2A4 dopo averne distrutto un altro, mezzi ben diversi dai vecchi M-60 impiegati in altre occasioni e che è inconcepibile che possano essere stati catturati.
Dinanzi alle crescenti difficoltà turche e delle bande “ribelli” che li affiancano, il 26 dicembre sono intervenuti aerei russi Su-24 e Su-34 a bombardare le posizioni dei daesh ad Al Bab. È il primo intervento di aiuto diretto dopo il miglioramento delle relazioni fra Ankara e Mosca.
È evidente che dietro l’appoggio aereo devono esserci accordi segreti, gli stessi che hanno allontanato dall’area di Aleppo le bande “ribelli” del Free Syrian Army ed hanno interrotto i rifornimenti ai takfiri asserragliati nella città. La portata di essi sarà più chiara con i prossimi sviluppi che la guerra prenderà dopo la liberazione di Aleppo.
Secondo diverse fonti, a parte la completa riconquista di Palmyra, dove i daesh stanno subendo un martellamento che li sta già decimando, sono due le possibili direttrici della nuova offensiva dell’Asse della Resistenza: o verso Al Bab e successivamente verso Raqqa o, più probabilmente, verso Idlib, per chiudere i conti con l’ultimo bastione rimasto in mano ai qaedisti di Al Nusra e alle altre bande che li affiancano.
Dopo l’avvio delle operazioni, si comprenderà molto non solo sull’ultima fase della guerra in Siria, ma, cosa più importante, sullo sviluppo degli equilibri quando essa sarà finita.
di Redazione