L’intrigata vicenda del Muos di Niscemi, il moderno sistema di telecomunicazioni satellitare della marina militare statunitense, sembra giunta ad una svolta. La stazione di terra della Marina militare americana all’interno della sughereta di Niscemi è operativa. A darne notizia la United States Institute, associazione no profit che si occupa di difesa nazionale e questioni di sicurezza. I lavori erano stati completati a fine gennaio con le parabole che venivano posizionate all’interno della base americana di contrada Ulmo.
Ultimo atto di una lunga battaglia che aveva visto contrapposti americani e governo italiano da una parte e cittadini e comuni dall’altra. Un’opera costata svariati miliardi, centinaia di manifestazioni, molte preoccupazioni e non poche polemiche. A scendere in campo a fianco dei vari comitati nati per dire no al progetto militare anche scienziati, ricercatori e gente giunta da ogni parte d’Italia. Anni di scontri anche in sede legale. I lavori si erano fermati dopo il sequestro da parte della Procura di Caltagirone. Uno stop durato un anno. Dopo il recente rovesciamento da parte del Tribunale del riesame di Catania la Marina militare ha ripreso le attività.
Nel suo lungo intervento l’ammiraglio Becker ha ricordato i costi dell’opera: oltre otto miliardi di euro. Il Pentagono, inoltre, sottolinea come il movimento No Muos sia stato di intralcio in questi anni allungando i tempi di messa in funzione del sistema satellitare. Tuttavia, assicurano “di essere riusciti a portare a termine il progetto lavorando con il governo locale. Hanno avuto qualche interesse e hanno usato quel processo per difendere quegli interessi, adesso abbiamo ricevuto il permesso per mettere in funzione la base”. Dopo queste dichiarazioni non si può non ricordare l’intricata vicenda Muos che da otto anni (era il 2008 quando iniziarono a circolare le prime voci) è stata tinta da pennellate di inganni, omissioni, bugie, ritardi, denunce, revoche, contro-revoche, manifestazioni di piazza, presidi e mobilitazione di cittadini. Oggi potremmo essere ad una svolta. Certo, non quella auspicata dalla comunità niscemese.
La base di Niscemi non è attiva ma solamente operativa. Ovvero pronta all’uso. Lo stop del Muos di un anno “ha lasciato la stazione al buoi e annullato la copertura in Europa e Africa”. Al momento “l’ambasciata americana a Roma sta lavorando a una lettera formale per approvare tutte le operazioni”. Attualmente hanno ricevuto l’ok le operazioni relative a “test, esercizi e allenamenti”. E se già fervono i festeggiamenti dalle parti del Pentagono, qui da noi i comitati promettono battaglia e ricordano come ci sia ancora in corso un processo penale che potrebbe rimettere tutto in discussione.
di Adelaide Conti