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Aleppo, la vendetta di Daesh si consuma con un massacro di civili

di Cinzia Palmacci

Dopo aver subito una sconfitta enorme lungo la strada di Castillo che è la linfa vitale dei terroristi nella parte orientale di Aleppo, quest’ultimi hanno deciso di vendicare la perdita sparando decine di colpi di mortaio e razzi nella parte occidentale di Aleppo dove vivono oltre un milione di civili.

Come risultato di questi bombardamenti indiscriminati decine di donne e bambini sono periti mentre celebravano l’Eid al-Fitr. I bambini, che erano in estasi per l’acquisto di giocattoli e vestiti nuovi e andavano a far visita ad amici e parenti, hanno pagato il prezzo più caro: la vita. Sono rimasti uccisi almeno 40 civili e 223 persone sono ferite, molte delle quali si trovano in condizioni precarie. Il racconto di un attivista locale, Salem Hamdan, sentito dal sito di informazione siriano Aranews, è agghiacciante: “I terroristi li hanno sgozzati senza pietà all’ingresso della città, minacciando i residenti che chiunque cercherà di fuggire città senza il loro permesso subirà una punizione analoga”.

Ma non c’è solo la zona di Aleppo, ovunque in Siria si tenta di scappare dalle zone sotto il controllo di Daesh. Più ad est, nella città assediata di Manbij, centinaia di civili sono riusciti a fuggire solo grazie a un corridoio umanitario aperto dai militari siriani ad ovest della città. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, sono almeno 13mila i civili che dal 31 maggio scorso, l’inizio dell’operazione per la liberazione di Manbij dallo Stato islamico, hanno abbandonato la città.

Secondo l’Alto commissariato Onu per i rifugiati mentre sono stati fatti significativi progressi nel fornire assistenza, il numero di rifugiati siriani che vivono in povertà continua ad aumentare nei Paesi ospitanti nella regione e garantire loro accesso ai servizi di base rimane una sfida critica. Con il conflitto in Siria al suo sesto anno, i governi e le comunità ospitanti continuano ad assumersi pesanti responsabilità politiche, economiche, sociali e di sicurezza.

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