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Iran e accordo sul nucleare, l’ultimo inganno made Usa

di Giovanni Sorbello

Come ampiamente previsto, il tanto sbandierato accordo sul nucleare tra Iran e Stati Uniti fa acqua da tutte le parti. Quello che i media occidentali esaltavano come un accordo storico, si sta dimostrando solo l’ennesimo inganno ordito da Stati Uniti e alleati contro la Repubblica islamica dell’Iran. Crediamo che una certa responsabilità vada ricercata anche tra i governanti iraniani, un po’ troppo morbidi e permissivi nei confronti di un Occidente che mai ha dimostrato nei fatti una precisa volontà di avviare delle vere e leali relazioni con l’Iran.

A conferma di quanto detto, basterebbe ricordare gli eventi terroristici che hanno colpito il popolo iraniano negli ultimi cinquant’anni. Come fidarsi di un Occidente, complice e responsabile di tali crimini le cui mani grondano ancora di sangue? Anche una parte della politica iraniana sembra aver dimenticato il tributo pagato dal popolo iraniano in decenni di attentati, eliminazioni mirate, embarghi, sanzioni, tentativi di colpi di Stato e “guerre imposte” (Iran-Iraq). Per tutto questo nessuno ha mai pagato, e ancor più grave, nessuno ha mai chiesto scusa.

Ritornando agli ultimi sviluppi nei rapporti Usa-Iran, martedì scorso, l’Iran ha convocato l’ambasciatore svizzero, che gestisce gli interessi degli Stati Uniti a Teheran, per condannare la sentenza della Corte Suprema che ha congelato quasi due miliardi di dollari di beni iraniani come risarcimento alle famiglie statunitensi vittime di attentati attribuiti all’Iran. Ovviamente, sono sempre gli Usa a decidere arbitrariamente chi sono le vittime e chi i colpevoli.

Denunciando la sentenza come un furto, l’Iran ha intenzione di rivolgersi alla Corte internazionale di giustizia dell’Aja per cercare di bloccare l’ennesimo congelamento di beni iraniani.

L’Iran ha espresso una forte opposizione alla sentenza durante l’incontro tra il funzionario iraniano e l’inviato svizzero. Il funzionario iraniano ha sottolineato che la sentenza è contro le leggi internazionali e gli accordi bilaterali. Questa sentenza mostra la mai cessata ostilità degli Stati Uniti contro l’Iran, nonostante l’accordo nucleare raggiunto lo scorso anno tra Teheran e le sei grandi potenze.

Mentre il presidente iraniano Rohani, sempre più in difficoltà, spera di migliorare i legami tra Teheran e Washington, gli Stati Uniti rinnovano la propria ostilità verso la Repubblica islamica, a conferma che il popolo iraniano non potrà mai fidarsi delle politiche statunitensi nella regione.

Alla luce dei nuovi risvolti – prevedibili –  nei rapporti con gli Usa, la massima autorità iraniana, l’Āyatollāh Alī Khāmeneī, ha escluso ogni possibilità per normalizzare le relazioni tra l’Iran e gli Stati Uniti.

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