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Quei droni per Israele venduti (per finta) dal Sud Africa

di Federica Albano

Mujtahidd viene considerato il “Julian Assange” dell’Arabia Saudita. Da più di quattro anni lancia tweet controversi sulla famiglia reale saudita, in netta opposizione con la figura patinata e un po’ stantia di riformatori che gli Al-Saud hanno costruito.

In un suo ultimo tweet ha dichiarato che i sauditi fabbricheranno droni in Sud Africa per venderli agli israeliani, senza risultare come i diretti venditori. Ma da cosa nasce questa compravendita?

Il tweet

“L’Arabia Saudita venderà i droni agli israeliani spacciandosi per il Sud Africa (…) Il vice principe ereditario Salman bin Mohammad commette una frode e un tradimento facendo una falsa dichiarazione di produzione, ma il tradimento sta nell’aiutare Israele attraverso l’acquisto di droni”.

Parole forti quelle di Mujtahidd, lasciate ai suoi followers su Twitter. Si prospetta dunque l’apertura di nuovi scenari sulle trattative arabe. Sebbene infatti Mujtahidd sia stato considerato in passato come un bugiardo diffamatore, la sua affermazione potrebbe essere assolutamente plausibile alla luce della nuova alleanza mediorientale.

L’alleanza

Solo pochi giorni fa, i Paesi del Golfo avevano iscritto Hezbollah nella lista dei movimenti terroristici. Considerare la resistenza libanese un movimento terrorista sia per i paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Ccg) sia per la Lega Araba è stato un gesto importante per il Paese egemone: l’Arabia Saudita. Appare sempre più evidente il filo rosso che lega il mondo sionista a quello saudita.

Ciò che di più allarma in questo affair ebraico-saudita è che l’alleanza e, di conseguenza, l’equilibrio nei rapporti diplomatici tra i due Stati potrebbe oscurare completamente la questione palestinese. Così facendo, i Paesi arabi non avrebbero alcun interesse nell’intervento risolutore in Palestina e il conflitto rimarrebbe una ferita aperta in un territorio già abbastanza dilaniato. Se gli Arabi si “gireranno dall’altra parte”, Israele avrà finalmente pieno potere sulla politica colonizzatrice attuata finora sui Territori Palestinesi Occupati.

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