Israele vieta spettacolo al Teatro Nazionale Palestinese. Questione di cultura e identità
Domenica scorsa, 17 gennaio, le forze d’occupazione israeliane a Gerusalemme hanno vietato l’esibizione di un evento culturale programmato dal Teatro Nazionale Palestinese.
Con anticipo rispetto all’orario previsto per l’inizio della performance, le forze israeliane hanno preso d’assalto lo stabile consegnando all’amministrazione del teatro un ordine di annullamento dello spettacolo.
Al-Hakawati è l’unico teatro di Gerusalemme e lo spettacolo in programmazione avrebbe dovuto riprendere lo stato della cultura nella città.
La questione è che “Israele non intende cedere sulla sovranità palestinese a Gerusalemme”, nelle inequivocabili parole del ministro per la Sicurezza Pubblica di Israele, Gil’ad Erdan.
Riconosciuta dal corpus di leggi e convenzioni internazionali, la libertà di perseguire il proprio sviluppo culturale, sociale ed economico è espressione dell’autodeterminazione dei popoli e dei diritti dell’uomo. Il godimento di questa libertà va di pari passo con la garanzia sui diritti civili e politici.
In passato il teatro è stato chiuso e confiscato più volte.
Non si tratta quindi del primo affronto a quest’istituzione dell’identità palestinese a Gerusalemme, inaugurata nel 1984.