Grecia: in un Paese assente e rassegnato vince il “servo di Berlino”
Il cerchio s’è chiuso. Tsipras è riuscito nel suo progetto di rimanere al suo posto di proconsole di Berlino, a garantire gli accordi con cui ha svenduto il suo Paese.
Con un voto che ha visto le urne disertate da un greco su due (l’affluenza è stata del 54,80%), Syriza ha ottenuto il 35,5% dei consensi e 145 seggi, il suo alleato della destra nazionalista, Anel, il 3,7% con 10 seggi; con 155 voti continueranno a governare sotto dettatura, applicando alla lettera quegli ignobili impegni che finiranno di distruggere un Paese già in ginocchio.
Nel suo discorso della vittoria, tenuto in piazza Klathmonos, ad Atene, Tsipras è stato semplicemente grottesco, spudorato, parlando di un nuovo inizio, di un passato che viene archiviato; l’unica cosa su cui è stato sincero è che, spezzata ogni opposizione, e con il pieno avallo di Bruxelles, adesso avrà dinanzi quattro anni di potere.
Tsipras e Kammenos, il leader di Anel, sul palco erano raggianti, avevano ottenuto il loro scopo. Tradita la stagione della speranza, il Popolo greco s’avvia alla sua agonia.