Riprendono gli scontri nel Donbass in occasione del G7
Mentre è in corso il G7 nel castello di Elmau, in Baviera, le truppe di Kiev moltiplicano le sanguinose provocazioni nell’area del Donbass. Dopo i violenti scontri dei giorni scorsi, che hanno fatto diecine di vittime, in un solo giorno si sono contati 29 attacchi alle forze ed alle postazioni separatiste, secondo un copione collaudato.
Al G7, Obama ha esordito dichiarando che bisogna contrastare con fermezza l’aggressione all’Ucraina, e il polacco Donald Tusk, presidente del Consiglio Europeo, ha rincarato la dose sostenendo che se qualcuno vorrà parlare di sanzioni, la discussione potrà esserci soltanto sul loro rafforzamento, chiudendo bruscamente la porta ai numerosi segnali distensivi lanciati da Putin (da ultimo con una lunga intervista al Corriere della Sera) ed ai timidi tentativi provenienti da Italia, Francia e dagli stessi ambienti imprenditoriali tedeschi, di cui s’era recentemente fatto interprete il Ministro degli Affari Esteri della Germania, Steinmeier.
Alimentato dalle manovre di Washington con i vertici di Kiev a lei legati, il conflitto ha mietuto oltre 400 vittime da febbraio, quando furono siglati gli accordi di Minsk 2 invisi agli Usa. Con lo stillicidio di sangue, Obama tiene alta la tensione e giustifica il permanere delle sanzioni il cui prezzo è pagato essenzialmente dalle economie europee, che vedono spezzata la naturale cooperazione con Mosca. In questo è aiutato dall’ottuso revanscismo dei Paesi dell’Est europeo (Polonia e Baltici in testa), ridotti a suoi satelliti.
di Redazione