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Gli Usa cancellano Cuba dalla Black List

di Salvo Ardizzone

Gli Usa hanno depennato Cuba dalla “Black List” dei Paesi sponsor del terrorismo, compiendo un passo fondamentale per il ripristino di normali relazioni diplomatiche fra i due Stati. Obama aveva già deciso in tal senso il 14 aprile, ma il Congresso aveva 45 giorni per opporsi; adesso, trascorso il termine senza obiezioni, il Segretario di Stato Kerry ha potuto firmare il provvedimento.

Cuba era stata inserita nella lista nell’82, per il sostegno ai gruppi di ribelli nell’America Latina, alle Farc, all’Eta e per l’asilo offerto ai cittadini Usa e di altri Paesi americani ricercati per reati politici. Adesso, il prossimo atto sarà la riapertura delle due ambasciate e la nomina dei rispettivi ambasciatori.

Un annuncio in tal senso era atteso già alcuni giorni fa, in occasione della quarta sessione di incontri bilaterali ma, malgrado le delegazioni abbiano parlato di progressi, i colloqui si sono conclusi senza risultati concreti. Da indiscrezioni pare che i nodi siano nella richiesta Usa che i diplomatici di Washington possano muoversi a piacimento nel Paese incontrando i dissidenti, e nella richiesta di L’Avana che venga dato fine ai programmi “coperti” di destabilizzazione del Governo cubano ancora in atto.

Dagli anni ’60 Cuba è stata oggetto di continue aggressioni e di ripetuti tentativi di rovesciare il Sistema socialista; superare oltre mezzo secolo di ostilità, e con la tenace resistenza di vasta parte del Congresso, sarà arduo. Tuttavia, la cancellazione di Cuba dalla “Black List”, oltre ad essere un tardivo atto di giustizia, è comunque un enorme passo avanti che sancisce il totale fallimento di oltre cinquant’anni di aggressive politiche imperialistiche, condotte da tutte le Amministrazioni Usa che si sono succedute.

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