Tra corruzione e accuse è “Guerra fredda” nel mondo del calcio
E’ ormai guerra fredda nel sistema Blatter di gestione del più diffuso sport sulla Terra.
Il tutto è nato da un’inchiesta portata avanti dall’Fbi e dalle autorità giudiziarie degli Stati Uniti. Lo scandalo ha sconvolto la Fifa, la Federazione Internazionale di Calcio, guidata da 17 anni dal 79enne dirigente elvetico Joseph Blatter, che ha convocato una riunione d’emergenza a 24 ore dalle elezioni in cui potrebbe ottenere il suo quinto mandato alla guida del calcio mondiale.
Se le stanze segrete dell’intelligence statunitense hanno aperto un dossier sull’assegnazione doppia dei Mondiali 2018 e 2022 a Russia e Qatar, per i quali la Federcalcio a stelle e strisce si era candidata ritirandosi per il 2018 e arrivando seconda alle spalle del Qatar per il 2022 (14 voti contro 8), appare chiaro l’interesse a far luce su un evento chiacchierato e non è un caso che le accuse più circostanziate nei confronti di Blatter siano arrivate da Usa e Inghilterra, in corsa quest’ultima per l’edizione 2018 finita alla Russia.
Si sono subito allineati i partner.
Da Londra, il premier Cameron ha sostanzialmente chiesto le dimissioni di Blatter, secondo un portavoce di Downing Street. Gli ha fatto eco il ministro degli Esteri, Philip Hammond, affermando che “c’è qualcosa di profondamente sbagliato al cuore della Fifa” e che “serve assolutamente un cambio di leadership”, mentre il presidente della federazione britannica, Greg Dyke, ha attaccato Blatter dicendo che dovrebbe “lasciare l’incarico” aggiungendo che “non è possibile ricostruire se lui resta al suo posto” e arrivando a proporre anche la “sfiducia”.
Per la Francia è sceso in campo il ministro degli Esteri, Laurent Fabius, che ha chiesto un rinvio. Anche la Uefa ha preso una netta posizione contro Blatter con il suo presidente, Michel Platini, che ha invitato a boicottare il voto e a votare per l’avversario di Blatter.
Alle accuse durissime di corruzione dalle autorità di giustizia statunitensi nei confronti dei vertici della Federazione, che hanno portato all’arresto di sette dirigenti, ha risposto l’attacco di Mosca nella serata di mercoledì.
“Un altro caso di illegale uso extraterritoriale della legge Usa. Ancora una volta esortiamo Washington a smettere di cercare di ergersi a giudice all’esterno dei suoi confini e di seguire le procedure legali internazionali generalmente accettate. La campagna della candidatura della Russia per ospitare il Mondiali di calcio del 2018 è stata fatta in completa conformità con le norme etiche della Fifa e il comitato organizzativo dei Mondiali è pronto a collaborare all’esame di tutte le circostanze legate dalla campagna per la candidatura”, ha commentato il ministro degli Esteri russo sugli arresti legati anche per i mondiali di calcio in Russia nel 2018 e in Qatar nel 2022.
Il presidente russo Vladimir Putin, dal canto suo, giovedì ha attaccato gli Usa definendo “l’indagine sui dirigenti un chiaro tentativo di evitare la rielezione di Blatter e di bloccare i Mondiali del 2018”. Il capo del Cremlino ha definito l’operazione “l’ultimo evidente tentativo da parte degli Usa di estendere la propria giurisdizione su altri Paesi”, aggiungendo che “gli Usa non hanno nulla a che fare con le vicende della Fifa e che i dirigenti arrestati non sono cittadini americani”.
Putin ha aggiunto che il “procuratore degli Stati Uniti, secondo i nostri mass media ha già detto che questi membri della commissione Fifa hanno commesso un crimine, come se il pubblico ministero non conoscesse la regola ‘innocente fino a prova contraria’. Se le persone sono colpevoli o no, questo dovrebbe essere deciso in un tribunale”.
Il presidente russo ha poi ricordato la storia che circonda l’ex dipendente della National Security Agency Edward Snowden, che è riuscito a far trapelare documenti che circondano le azioni illegali degli Stati Uniti in tutto il mondo. “Nessuno vuole dargli il diritto di essere accettato come un richiedente asilo o per garantire la sua sicurezza. Nessuno vuole entrare in lite con i loro partner, con i partner più maturi”.
Ma c’è anche chi difende Blatter: la Confederazione del calcio asiatico e la Confederazione del calcio africano si sono opposte al rinvio del voto di venerdì 29, ribadendo la fiducia all’attuale presidente ed esprimendo delusione e tristezza per gli eventi di Zurigo.