Iraq: l’avanzata dei volontari sciiti suscita reazioni tra i religiosi di Al-Azhar
La dichiarazione rilasciata mercoledì scorso dal Centro islamico di Al-Azhar in Egitto, contro le forze di volontari iracheni che stanno combattendo i terroristi dell’Isil, ha suscitato la condanna da parte degli ambienti religiosi iracheni.
Al-Azhar ha espresso preoccupazione per i presunti “crimini” commessi dalle forze sciite che sostengono l’esercito iracheno nelle sue operazioni in corso contro l’Isil, nelle città settentrionali a maggioranza sunnita.
Il religioso iracheno Sayyed Sadredding Qabanchi, durante la preghiera del Venerdì a Najaf, ha respinto le accuse ed ha invitato i leader di Al-Azhar a venire in Iraq e vedere la realtà con i loro occhi.
L’ex primo ministro iracheno Nouri al-Maleki ha criticato la dichiarazione dei religiosi egiziani, aggiungendo che Al-Azhar avrebbe dovuto chiedere informazioni affidabili invece di affidarsi a voci infondate. Egli ha osservato inoltre che le forze di volontari che combattono a fianco dell’esercito iracheno sono sia sciiti che sunniti, stabilendo una storica sinergia tra le due comunità religiose.
Sayyed Ammar al-Hakim, che è a capo del Consiglio Supremo islamico iracheno, ha reagito alla dichiarazione di Al-Azhar, affermando che il centro egiziano avrebbe dovuto inviare una commissione per verificare i fatti sul terreno prima di accusare le forze popolari irachene.
Nella loro offensiva contro il gruppo terroristico dell’Isil, i soldati dell’esercito iracheno e le forze di volontari hanno riconquistato la città strategica di Tikrit e oltre 130 villaggi nel nord del Paese. Un’escalation militare di altissimo livello strategico che oltre a stabilire l’unità tra le varie comunità religiose, ha fatto incassare un pesantissimo smacco agli Stati Uniti, desiderosi di rimettere i loro scarponi sul suolo iracheno.